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Chirurgia obesitàIl ruolo della chirurgia plastica nel trattamento del paziente obeso

Il cambiamento delle abitudini di vita, prodotto dallo sviluppo della società industriale, ha influito verosimilmente sul nostro stato di salute, determinando la prevalenza di alcune patologie su altre. Insieme al gruppo delle malattie tumorali e degenerative, possiamo annoverare anche quelle conseguenti all'iperalimentazione (In Europa e negli Stati Uniti, si considera infatti che una persona su due ha un peso corporeo superiore al suo standard).

In definitiva, l'obesità non può in nessun caso esprimere una condizione di benessere fisico, ma, al contrario, deve essere considerata una malattia che a sua volta predispone a patologie ancora più gravi. Dal punto di vista clinico l'obesità è stata classificata in vario modo. Essa, inoltre, può essere diffusa oppure localizzata in alcuni distretti del corpo. Il trattamento dell'obeso è multidisciplinare, in quanto più specialisti concorrono a migliorane lo stato di salute.

Le terapie dietetiche, farmacologiche, endocrinologiche, l'intervento chirurgico di bendaggio gastrico, hanno tutti un'unica finalità: provocare un calo ponderale, ristabilendo l'equilibrio precedentemente alterato. Molto spesso, però, l'obeso che ha ottenuto un dimagrimento significativo, rimane deluso dalla flaccidità cutanea che ne deriva, e ciò lo porta nuovamente a gratificarsi assumendo cibo. La chirurgia plastica si inserisce in questo complesso iter terapeutico non con lo stesso obiettivo (dimagrimento) delle altre specialità, ma con quello, più mirato, di eliminare gli accumuli di grasso localizzato. Ciò fa sì che il paziente, che si sottopone ad un intervento chirurgico, risolve i problemi estetici, e a volte funzionali, in maniera definitiva.

Nella donna i depositi di adipe più caratteristici sono nelle regioni trocanteriche, nelle cosce e nei fianchi; nell'uomo sono più comuni nell'addome e nelle mammelle. Laddove non sussista flaccidità cutanea, è indicato l'intervento di lipoaspirazione, che consiste nell'aspirare con speciali cannule i lobuli di grasso, rimodellando opportunamente la superficie cutanea. Se l'area da trattare non è molto estesa e il volume da aspirare è limitato, essa può essere eseguita anche a livello ambulatoriale senza necessità di un’anestesia generale e quindi di un ricovero.

Nelle adiposità localizzate sul ventre, è prevista l'addominoplastica, e cioè la rimozione chirurgica di una quantità di tessuto (generalmente una losanga sotto-ombelicale) che può arrivare ad essere estremamente voluminosa nel cosiddetto addome pendulo. In questi casi estremi, il risultato immediato è quello di mettere il paziente in condizione di svolgere nuovamente alcune funzioni normali, precedentemente limitate dal grave stato di obesità (es. allacciasi le scarpe, ecc. ). Gli accumuli adiposi alla radice degli arti possono essere eliminati con l'intervento di dermolipectomia. Nel caso delle cosce, esso ha la funzione non tanto di far "dimagrire", quanto quella di permettere al soggetto di deambulare correttamente. Anche le grosse ipertrofie mammarie (gigantomastie), riscontrabili spesso in pazienti obese, possono essere opportunamente trattate chirurgicamente con interventi riduttivi (mastoplastica riduttiva) ristabilendo i parametri di "normalità" per quanto concerne volume, forma e simmetria. In conclusione, la chirurgia plastica, pur non indirizzandosi specificatamente alla cura dei processi fisiopatologici che conducono all'accumulo di adipe, ha come scopo principale quello di riportare l'obeso ad una condizione di benessere psico-fisico rapidamente e definitivamente.

Dott. Claudio Bernardi

Chirurgia Plastica - http://www.claudiobernardi.it/

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