Ultimi articoli

Ultime news

Sei in Dietologia » Dietologia » Trigliceridi, che cosa sono?
E-mail
Valori dei trigliceridiA cosa servono i trigliceridi e come mantenerli sotto controllo

Sono meno conosciuti del temuto colesterolo al quale vengono spesso accomunati dal profano costretto a mettersi a dieta. E' importante controllare i valori dei trigliceridi nel sangue affinché non superino livelli di guardia rischiosi per la salute. Quando i valori dei trigliceridi si alzano, si parla di ipertriglicerdemia.

 Anche se le cause dell’arteriosclerosi non sono ancora chiaramente definite; si sa ormai con certezza che molti fattori contribuiscono alla sua progressione, quali il sesso maschile, l’età, il fumo, l’ipertensione, il diabete, la sedentarietà e lo stress, l’obesità, nonché elevati valori dicolesterolo e di trigliceridi nel sangue.
Di tutti questi fattori, il fumo, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia sono i più importanti (sono infatti anche chiamati “fattori primari”), mentre gli altri (detti anche “fattori secondari”) svolgono senz’altro un ruolo di minore importanza.
Tuttavia, anche se è ancora controversa la tesi secondo la quale un elevato valore dei trigliceridi può rappresentare un fattore di rischio significativo per l’arteriosclerosi, è pur sempre ritenuto preferibile, in attesa di dati più concreti, che il loro valore nel sangue non superi certi livelli di guardia.

Ma cosa sono esattamente questi trigliceridi? Ebbene, il nostro grasso, quello che, se in eccesso, molte volte impone poco divertenti regimi dimagranti, non è formato altro che da trigliceridi.  E questo così “odiato” grasso non è, come comunemente si crede, un tessuto inutile, bensì un serbatoio di energia in continua attività che, all’occorrenza, tramite dei meccanismi ormonali, libera appunto i trigliceridi, i quali serviranno all’organismo per le varie necessità energetiche.

Insomma, nel nostro sangue c’è un continuo via vai di questi “famosi” tngliceridi depositati e rimossi dal nostro grasso corporeo.

Normalmente questo gran traffico di grassi è regolato in modo tale che i valori dei trigliceridi del sangue rimangano nei limiti della norma ma se, come talvolta accade, questi valori vengono superati, occorre poterne accettare la causa quanto prima.

Vi sono, ad esempio, delle condizioni cliniche che si associano frequentemente ad aumentati valori dei trigliceridi, quali il diabete, l’insufficienza renale cronica, l’abuso di alcoolici (etilismo), l’obesità, nonché l’uso di anticoncezionali oppure di farmaci beta-bioccanti (questi ultimi usati nella terapia dell’ipertensione arteriosa).
Tuttavia, se in questi casi è molte volte sufficiente correggere la malattia di base per avere una normalizzazione del quadro ematologico, vi sono anche dei pazienti che non hanno nessuna malattia, che stanno bene e che tuttavia presentano valori elevati di trigliceridi nel sangue, valori che molte volte vengono scoperti solo in coincidenza di un controllo ematologico generale.
Spesso il motivo di queste “patologie” è da ricercare in un’alterazione genetica, ossia in un’alterazione ereditaria di quei già citati meccanismi di deposito e rimozione di questi grassi: tali quadri sono perciò anche detti “primari”, in quanto noti dipendono da nessun’altra malattia.

Da tutto questo emerge un fatto e cioè che il trattamento terapeutico di questi due quadri, anche se per molti aspetti simile, è fondamentalmente diverso. Infatti, nel caso che l’ipertrigliceridemia sia secondaria ad una malattia (diabete, obesità, ecc.) od all’assunzione di farmaci (betabloccanti, esotrogeni, ecc.), occorre soprattutto curare la malattia principale o sospendere tali medicamenti, mentre se ci si trova di fronte al un’ipertrigliceridemia “primaria”, occorre soprattutto impiantare un trattamento dietetico specifico.
Comunque, qualunque schema si adotti, è sempre di fondamentale importanza riportare il paziente (se obeso) quanto più vicino possibile al peso ideale.
Inoltre, la dieta di questi pazienti non deve essere, come comunemente si pensa, povera di grassi, ma, soprattutto deve essere povera di zuccheri, in particolare di quelli semplici, quali il glucosio, il saccarosio ed il fruttosio. Quindi, stop assoluto allo zucchero comune (che può essere sostituito dai vari dolcificanti), nonché a tutti i tipi di dolci, cioccolate e marmellate.
Se l’uso degli alcoolici e dei superalcoolici deve essere ridotto al minimo (al massimo è permesso mezzo bicchiere di vino ai pasti pricipali), sono tuttavia da evitare anche tutte le bevande zuccherate, e sono tante, che esistono in commercio (ad esempio aranciate, acque brillanti, aperitivi, amari, ecc.).
Le quantità di pane, pasta e farinacei, dovranno essere inserite nella dieta in modo assai moderato, soprattutto tenendo conto che la quota dei glicidi (cioè degli zuccheri) non deve mai superare il 40 per cento della razione di calorie giornaliera.
Particolare attenzione si dovrà poi porre nell’uso della frutta: il fruttosio, che è appunto lo zucchero presente in questo alimento, se assunto in eccesso può rappresentare uno dei fattori maggiormente responsabili dell’aumento dei trigliceridi, in quanto l’eccesso di questo “fruttosio” verrà trasformato dal fegato in trigliceridi stessi.
Quindi, per chi è affetto da ipertrigliceridemia, poca frutta (al massimo gr. 300 al giorno), cercando soprattutto di evitare frutti che hanno un alto contenuto zuccherino, quali l’uva, i fichi, i cachi, le ciliegie, le banane, nonché tutti i tipi di frutta secca.
Recentemente si è visto che l’introduzione nella dieta di una ottimale quantità di fibra alimentare è in grado di far diminuire il livello dei trigliceridi nel sangue. Il meccanismo non è ancora ben noto, tuttavia è un dato di fatto che popolazioni che si alimentano con molta fibra, hanno anche valori molto bassi di trigliceridi.

Attenzione particolare si dovrà poi porre nell’uso dei grassi in genere e degli olii, in particolare, dando la preferenza agli olii ricchi di acidi grassi polinsaturi, quali l’olio d’oliva, di mais, di cartamo e di girasole, ma, comunque sia, l’uso di questi grassi deve essere aumentato e mai diminuito quando si deve fare un programma dietetico di un paziente affetto da aumento di trigliceridi.
Tuttavia, nonostante tutte queste precauzioni dietetiche, può anche succedere che i trigliceridi non si abbassino o lo facciano di poco. Sarà allora opportuno ricorrere all’uso di farmaci, che saranno prescritti sempre sotto controllo medico.

Cosa deve fare dunque il paziente che per la prima volta scopre di avere nel sangue dei valori alterati dei Trigliceridi?

Qualche consiglio pratico nel caso in cui si scopra di avere valori alti dei trigliceridi

  • Ripetere esame dopo una settimana. Ricordare che sono necessarie alemno 13 ore di digiuno assoluto per conoscere i valori reali dei trigliceridi.
  • Evitare caffè, fumo bevande eccetto acqua prima degli esami (almeno nelle 12 ore precedenti).
  • In presenza di alcune patologie come diabete, nefropatia, obesità, occorre sospendere i farmaci.
  • Ottimizzare il peso corporeo e svolgere attività fisica.
  • Ridurre zuccheri semplici dalla dieta.
  • Mantenersi sotto controllo medico per monitorare la condizione dei valori dei trigliceridi.

Ma come deve essere una dieta ideale? 

In una dieta per trigliceridi alti vi sono sicuramente degli accorgimenti necessari da rispettare. Alcuni alimenti da assumere secondo quantità prestabilite e mirate allo scopo e altri da evitare perchè non indicati.  

Colazione

Un bicchiere di latte magro

Due fette biscottate integrali

Ore 10-11 1 yogurt magro
Pranzo

60 gr. di pasta al pomodoro

150 gr. di carne o pesce

200 gr. di verdura

1 frutto

Cena

30 gr. di pane integrale

100 gr. di formaggio fresco o prosciutto crudo

200 gr. di verdura

1 frutto

Norme da rispettare nell'assunzione di alcuni alimenti

Olio di oliva, mais, vinacciolo: 50 gr. al giorno

Invece di 60 gr. di pasta al giorno si può prendere analoga quantità di riso, polenta, fagioli, ceci, lenticche.

Per le verdure ridurre la quantità a 100 gr. se si usano i seguenti tipi di: cipolle, zucca, carote, barbabietole, piselli freschi, rape, carciofi.

Alimenti non permessi!

Latte intero, formaggi grassi, uova (solo 1 volta ogni 15 giorni), carni grasse, salumi, pesci grassi, cervello, fegato, frattaglie, corstacei, tonno, alici, sardine, pane all'olio, cachi, banane, lardo, burro, margarine non dietetiche, gelati, cioccolato, dolciumi, zucchero e bibite che ne contengono.

Articoli correlati