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Conseguenze anoressia nervosaValutazione delle implicazione delle implicazioni dell'anoressia nervosa sulla massa ossea

La Dr.ssa Chiara Galli e la Dott.ssa Vanessa Sangiorgio, ricercatrici della Fondazione Bianca Maria Corno per lo studio e la cura dell'anoressia nervosa, ci illustrano come le privazioni alimentari tipiche del paziente anoressico possano dar vita nel tempo a ripercussioni sulla massa ossea nel fisico 

 

Tra le complicanze mediche a insorgenza tardiva dell'anoressia nervosa, l'osteoporosi riveste un posto di primo piano. I cambiamenti avvengono assai precocemente nel corso della malattia (ad 1 anno dalla diagnosi); in uno studio prospettico di 84 pazienti (1), 21 anni dopo il primo episodio di ospedalizzazione, il 50% evidenziò la malattia ossea in stadio clinico o subclinico. Un altro studio dimostrò che più del 50 % delle donne con una pregressa storia di anoressia nervosa incorse in almeno una frattura dopo i 40 anni e che il rischio di fratture è triplicato in una donna con una storia di anoressia nervosa (2). Più del 90% delle adolescenti e delle donne affette da anoressia nervosa mostra alla MOC livelli di BMD indicativi di osteopenia  I possibili meccanismi della perdita ossea sono diversi: ipoestrogenemia, ridotti livelli di IGF 1 (3), aumentati livelli di cortisolo, eccessiva attività fisica, iponutrizione, ridotto introito di calcio e vitamina D.
La perdita di massa ossea non pare essere completamente reversibile con il recupero del peso corporeo, per quanto questo resti, con il ripristino del flusso mestruale, il più potente fattore per il recupero della massa ossea (4); importante è anche un corretto introito di calcio e vitamina D (5), mentre la terapia sostitutiva estroprogestinica non pare influenzare positivamente il BMD (6).
Per questo motivo abbiamo voluto valutare l’importanza del problema nelle nostre pazienti.
Per tale motivo,  tutte le pazienti afferenti all'ambulatorio affette da anoressia sia restrittiva che con mezzi di compenso sono state valutate  con determinazione della massa ossea mediante QUI/Stiffness (metodica ad ultrasuoni) che si è rivelata adeguata in studi di screening di massa (7, 8) e confrontate  con una popolazione di donne normali .
In tutte, inoltre, sono stati  rilevati i seguenti parametri: BMI, comportamento alimentare, assunzione calorica (recall di 7 giorni), durata di malattia, durata di amenorrea, assunzione di estroprogestinici, qualità degli estroprogestinici  usati: tutti fattori che possono influenza re la massa ossea.; in molte sono stati dosati anche i marker biochimici implicati nel metabolismo osseo e gli ormoni che generalmente risultano alterati nell’anoressia nervosa e che potrebbero avere un effetto negativo sull’osso (routine nutrizionale, CTX, funzionalità tiroidea, PRL, IGF1, cortisolo urinario, marker di omeostasi e rimaneggiamento osseo - calcemia, fosforemia, magnesiemia, calciuria, fosfaturia, 25 OH vitamina D, PTH, fosfatasi alcalina, osteocalcina, LP/creatininuria -.

Sono state quindi  indagate  21 pazienti di sesso femminile, (BMI medio: 15,86 kg/m²; min: 12,51 kg/m²; max: 18,08), di cui 14 affette da  Anoressia Nervosa Restrittiva (ANR) e 7 affette da AN con abbuffate oggettive (ao) e mezzi di compenso (mdc). L'età media dei soggetti è 26,29 anni (min: 18 anni; max: 42 anni), con una durata media di malattia di 7,62 anni (min: 1 anno; max: 25 anni). Tutte le pazienti presentavano amenorrea.
Le pazienti sono state sottoposte ad un esame che stima la densità minerale ossea del calcagno (BMD, in g/cm²) attraverso un ultrasonometro osseo (Sahara) che utilizza onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni). Successivamente le pazienti sono state confrontate con 12 soggetti controllo paragonabili per sesso ed età. Le misurazioni sono state effettuate facendo sedere la paziente con un piede inserito nell'apposito posizionatore. Attorno al tallone due membrane rigonfie contengono acqua calda, il mezzo ideale per la trasmissione degli ultrasuoni. Un trasduttore situato a una distanza fissa sul lato opposto del tallone riceve l'onda sonora e la converte in impulsi elettrici, che vengono quindi analizzati dal software. L'ultrasonometro misura la velocità del suono (SOS, in m/s) e l'attenuazione ultrasonica di banda larga (BUA, in dB/MHz) di un fascio di ultrasuoni che attraversa il calcagno, e combina questi risultati in maniera lineare per ottenere l'indice ultrasonico quantitativo (QUI). Il risultato viene espresso come valore T-Score e stima della densità minerale ossea (BMD, in g/cm²) del calcagno, misurata con il metodo DXA (assorbimento a doppia energia).
I criteri di classificazione dell'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) classificano come osteoporotici i pazienti con valori di T-score < - 2.5, mentre I pazienti il cui T-score è compreso tra – 1 e – 2.5 sono classificati come osteopenici.

Per quanto riguarda le nostre pazienti, 1  è  risultata affetta da osteoporosi con t < - 2,5 e 2 affette da osteopenia (t < -1,5) (3/21: 14 %).
Le pazienti in questione  avevano un BMI, rispettivamente di 16,44 e 16,26 per le pazienti osteopeniche; 15.67 per la paziente con osteoporosi;una durata di malattia variabile da 2  10 anni; non utilizzavano mezzi di compenso (vomito, diuretici, lassativi); erano tutte amenorroiche e non facevano uso di estroprogestinici; i livelli di vitamina D erano in un caso di osteopenia  francamente carenti, mentre negli altri 2 casi ai limiti della norma o lievemente deficitari; tutti gli altri parametri esaminati, a parte IGF, che  in un caso di osteopenia è risultato francamente carente, sono risultati normali
Non abbiamo trovato significative differenze come gruppo fra i gruppo controllo ed i soggetti in esame.
Al momento l’eseguità della casistica non ci permette di trarre conclusioni; per questo motivo abbiamo intenzione di continuare lo studio, valutando in modo particolare, alla luce di quanto emerso finora,  la relazione fra l’entità della denutrizione, le carenze nutrizionali, in particolare di vitamina D, la durata della malattia, la velocità di perdita del peso.

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