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Mangiare sempreL'appetito vien mangiando (e la ciccia anche)

Mangiare sempre non dipende dallo stimolo della fame. Questa è la condizione: troppo "carburante" inutile nello stomaco dell'obeso. Si potrebbe rimanere sempre magri alimentandosi solo quando si ha fame e solo fino a quando si è sazi. Il cibo, per le persone grasse, non è un bisogno fisico, bensì un desiderio intellettuale e sensuale. Ma è un piacere pericoloso.

Appetito e fame, due parole usate a sproposito, che abbondano soprattutto sulla bocca di chi dovrebbe contenersi nel mangiare. Gli obesi sanno bene che cosa sia l'appetito, cioè quel desiderio di cibo che piace e che fa venire l'acquolina in bocca, stuzzicato dalla vista, dall'olfatto, persino dai ricordi e dalla fantasia. Fame è tutt'altra cosa. E' il bisogno fisico che il corpo ha del cibo per poter far funzionare il processo fisiologico. Lo stomaco non ha occhi, non ha naso, non ha memoria: non importa con che cosa lo si riempie, sa solo che è sazio e se non lo è. Fame è quindi il segnale fisico del corpo che vuole vivere.

Lìappetito invece rappresenta il desiderio intellettuale, emozionale e sensuale legato al piacere di cibi particolari. le persone grasse sanno molte coe fame, se sull'appetito, ma se si parla loro di fame non ricordano neppure più quando l'hanno provata l'ultima volta. Questo è il motivo della loro obesità. Obesità significa appunto non conoscere la differenza tra appetito e fame, si mangia cioè prima che il corpo sia pronto a utilizzare l'alimento fornito.

E' stato un vero magro, vale a dire una di quelle persone che è stata sempre magra a far capire perchè si può essere grassi: non è colpa delle "ghiandole", non si nasce con cellule grasse. Semplicemente si è grassi perchè non si sa mangiare: in altre parole si dovrebbe mangiare solo quando si ha fame. Questa semplice considerazione potrebbe cambiare il senso delal vita. Se ci soffermiamo un momento a riflettere sull'uomo primitivo, vediamo che egli per sopravvivere doveva essere veramente sensibilizzato ai bisogni del proprio corpo e doveva imparare a riconoscere i segnali della fame e della sete per agire di conseguenza. I nostri progenitori mangiavano solo quando avevano bisogno di "carburante"; non spizzicavano, né facevano spuntini. L'uomo primitivo non era condizionato dalla "civiltà" e non alterava il naturale apporto calorico: perciò non ingrassava mai. 

Anche l'uomo moderno potrebbe non ingrassare mai se solo si limitasse a mangiare quando ha fame e fino a quando è sazio. Il magro autentico non si carica di cibo che non può utilizzare. Coloro che soffrono di sovrappeso si rimpinzano ogni volta che l'appetito li spinge a mangiare, ma poichè il corpo non può bruciare l'eccesso di alimenti né tanto meno rigettarlo, questo va a depositarsi come grasso. Chiarita la differenza fondamentale tra appetito e fame, si può tentare di tracciare una graduatoria dei livelli di quest'ultima.

Alla ricerca del livello perduto

Al primo livello non si avverte alcun desiderio di mangiare: vedere, annusare e pensare al cibo non provoca alcuna reattività. Al secondo livello l'appetito può essere stuzziacto da una pubblicità televisiva o odorando qualcosa di buono in cucina e magari ricordando di aver mangiato qualche piatto meraviglioso. In questo stadio è immaginabile una fuga in cucina per dare un'occhiata al frigorifero per verificare se c'è qualcosa di "interessante". Ma se non si sa cosa mangiare, vuol dire che non si ha fame.  A questo livello si può essere sedotti dal cibo anche se si è sazi. I grandi mangiatori possono raggiungere il secondo livello più volte al giorno e alla sera. Il terzo livello rappresenta quello in cui si comincia a sentire fame. E' il momento magico in cui ogni cosa che si mangia viene assimilato dal corpo perchè tutti gli ormoni, gli enzimi e l'azione cellulare sono al massimo della loro efficienza. A questo punto anche gli avanzi appaiono buoni, perchè il corpo sta ora lanciando messaggi per dire che è vuoto. Si ha la netta sensazione che urge ripempirsi in modo sano e piacevole di cibo fino ad essere sazi. Il quarto livello è quello in cui ci si sente davvero affamati e tanto voraci da non essere in grado di controllare l'immagazzinamento di cibo. Si spizzica e si ingoia qualsiasi cosa capiti fra le mani. Se per caso si stanno facendo tentativi per perdere peso, questo livello è pericoloso quanto il secondo. Si mangerà qualsiasi cosa senza piacere e oltre i limiti della sazietà. Stanchezza, nausea, angoscia, incapacità di concentrazione, irritabilità, depressione sono alcuni sintomi del quarto livello che sopraggiunge di solito tra i 40 minuti e le due ore dopo il terzo.

E' importante imparare a riconoscere il proprio "livello terzo" perchè è il solo durante il quale si può mangiare senza pericolo di ingrassare. Anche se sembrerà strano, noi, individui maturi, dobbiamo apprendere di nuovo qualcosa che già sapevamo da neonati, cioè a mangiare solo quando si ha fame. Osserviamo un bambino di cinque o sei mesi: si noterà che esprime desiderio di cibo aprendo la bocca o porgnedola un po' in avanti. Quando è sazio, il neonato volta la testa da una parte.

In conclusione, si riesce ad esprimere il senso di sazietà, corrispondente al terzo livello, perfino appena nati.

Volete sapere qualche consiglio o trucco su come mangiare di meno?

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