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Ma sarà poi vero che le verdure hanno un lato oscuro?

 

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Il cavolo ha un lato oscuro! Come questo sia possibile è presto detto: contiene composti che possono interferire con la produzione di ormoni tiroidei. Non solo i cavoli, ma anche altre verdure crocifere contengono composti chiamati glucosinolati, che dopo l'elaborazione da parte del corpo, sono in grado di sopprimere la capacità della ghiandola tiroidea di captare lo iodio e convertirlo in ormoni tiroidei. Queste funzioni ormonali sono fondamentali per la regolazione del metabolismo.

 

Per fortuna questo problema nutrizionale è ancora solo teorico secondo gli esperti; in primis perchè i composti in questione sono in gran parte distrutti dalla cottura e anche quando se ne faccia un consumo crudo, questa interferenza risulta un problema solo se si soffre di disturbi della tiroide e di carenza di iodio, quest’ultima estremamente rara per giunta.

Questa scoperta ha però portato a galla una discussione sui così detti "antinutrienti": cosa c'è da sapere a riguardo?

Il nome antinutrienti è un termine scientifico utilizzato per riferirsi a qualsiasi composto che riduce la capacità del corpo di assorbire o utilizzare nutrienti essenziali come le vitamine e i minerali. In questo gruppo rientrano l'acido fitico, i lignani, le saponine, i fitoestrogeni, gli ossalati, i composti fenolici e altri, presenti in tutti gli alimenti vegetali, anche se in quantità variabili. Questi composti possono ridurre l'assorbimento o l'utilizzo di alcuni minerali e altri composti benefici in una certa misura, ma non lo bloccano completamente. Se ne dovrebbero mangiare grandissime quantità al giorno perché abbiano un effetto significativo sullo stato nutrizionale. Inoltre questi composti hanno significanti benefici per la salute: in molti casi sono le stesse componenti di fagioli, lenticchie, cereali integrali, verdura e frutta a cui vengono attribuite capacità curative.

Si potrebbe allora chiamarli con un altro nome che li renda meno “spaventosi”, come fitonutrienti.

Ci sono però effettivamente delle circostanze particolari in cui evitare questi composti, giustificate da ragioni diverse da quel che si pensa. Ad esempio, alle persone che soffrono di calcoli renali, in particolare calcoli di ossalato di calcio, si consiglia di limitare i cibi ad alto contenuto di ossalati (spinaci e cioccolato) per ridurre il rischio di recidive.
Chi soffre invece di carenza di calcio, è necessario eviti di consumare latte e yogurt assieme a cereali ricchi di crusca, che legandosi al calcio lo rendono inassimilabile.

Per il resto, finché si mantiene una dieta varia e ricca di nutrienti, non c’è da preoccuparsi! 

Per saperne di più 

 

 

 

 

 

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