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Disturbo depressioneDepressione perchè? Chi è il depresso?

Quali sono le cause della depressione? "La depressione è la più antica patologia psichiatrica conosciuta, è strutturale alla psiche umana, perché attiene a radicali e basilari problematiche dell’uomo come l’angoscia della perdita e dell’abbandono, la consapevolezza della morte, l’insicurezza del futuro, il senso di colpa". Queste le parole di Nicola Lalli, psichiatra e psicoterapeuta dell'Università La Sapienza di Roma, autore del libro 'Dal mal di vivere alla depressione'. Informazione e condivisione necessarie. Segnaliamo alcuni siti che ne parlano.

Cosa è la depressione?

La definizione medico-scientifica la classifica come una patologia dell’umore che può raggiungere anche stadi acuti, manifestarsi come vero e proprio disturbo dell’umore, investendo personalità, tono dell’umore, capacità di adattarsi alla vita sociale. La depressione negli stadi acuti talvolta è associata a manie di tipo suicida o autolesioniste. Fra i principali sintomi: Umore depresso; diminuzione di interesse per le attività quotidiane; perdita di peso o aumento di peso; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio; affaticabilità e mancanza di energia; sentimenti di autosvalutazione, sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa; diminuzione della capacità di pensare, concentrarsi, di prendere decisioni; ricorrenti pensieri di morte. 
E’ noto che il depresso sia incline all’isolamento e al vuoto attorno a sé. Questa condizione può non essere conosciuta dalle persone che vivono anche accanto al depresso. Per questo e per una maggiore consapevolezza di entrambi, è necessario informarsi e condividere quanto più possibile la sofferenza e l’esperienza della depressione. Il paziente non sempre è consapevole di essere depresso e questo comporta una erronea diagnosi da parte di chi, non informato con cura, non riconosce i sintomi della depressione. Come riconoscere la depressione… Il sito Psiconauti fornisce approfondimenti tematici.
Nei casi in cui la depressione si manifesta in modo “acuto” è molto importante anche la collaborazione della famiglia o del partner del soggetto depresso. Non è positivo pressare la persona stimolandola a fare, a divertirsi, ad uscire di casa, ad essere quella di sempre. Fondamentale è invece aiutarla gradatamente a tornare alla vita quotidiana, rispettando i tempi, a riprendere i contatti con l’esterno, con l’ausilio della psicoterapia. E’ senza dubbio necessaria una corretta informazione che in molti si impegnano a fornire sull’evidenza di una casistica, per mezzo di testimonianze, o per mezzo di professionisti che segnalano la loro attività nei confronti dei disturbi della personalità.
L’Associazione per la Ricerca sulla Depressione è nata per svolgere un’azione di approfondimento, sensibilizzazione e divulgazione sulle tematiche riguardanti la depressione, l’ansia e i disturbi di attacchi di panico, problematiche che interessano non meno del 20% della popolazione italiana.
Dal portale sui disturbi comportamentali Ipsico – Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale -  apprendiamo che il disturbo depressivo è associato ad un elevato tasso di mortalità. Fino al 15% degli individui con un disturbo depressivo grave muore per suicidio. Vi sono altre forme di disturbo mentale che compaiono con quello depressivo: disturbo di panico, disturbo ossessivo compulsivo, anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo borderline di personalità..
Il rischio nel corso della vita per il disturbo depressivo varia dal 10% al 25% per le donne, e dal 5% al 12% per gli uomini e non è legato a particolari condizioni di etnia, reddito o estrazione sociale. Anche se si verifica una maggiore incidenza nei ceti sociali inferiori. Vari studi epidemiologici mettono in correlazione la frequenza dei sintomi depressivi con sesso e stato civile: maschi celibi, separati o divorziati da un lato e donne sposate dall’altro, sarebbero maggiormente a rischio di depressione.
Gli episodi del disturbo depressivo possono avere cause di tipo biologico, come per ogni altra malattia, o seguire un grave evento stressante, come la morte di una persona cara o il divorzio.
Gli studi suggeriscono che gli eventi psicosociali (eventi stressanti) possono giocare un ruolo più significativo nel precipitare il primo o il secondo episodio del disturbo depressivo e avere meno importanza per l’esordio degli episodi successivi.
La depressione è molto più diffusa tra le donne, circa il doppio rispetto agli uomini. Nei dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sui disturbi neuropsichiatrici, le donne sono prevalenti in tutti i tipi di disturbo tranne che nell’alcoolismo e nell’abuso di  sostanze. Per una reportistica sull’incidenza e l’esordio dei disturbi del comportamento segnaliamo la pagina web del sito SalutementaleDonna 
E il ruolo degli psicofarmaci?  Una ricerca condotta I. Kirsh, pubblicata dai quotidiani inglesi, prende di mira le cosiddette ‘pillole della felicità’ che non servirebbero in realtà a nulla contro la depressione avendo lo stesso effetto di un placebo. Sicuramente medici e specialisti dovranno appurare fino a che punto è utile ricorrere alle terapie farmacologiche e laddove invece una maggiore informazione e approfondimenti porterebbero alla luce diverse metodologie di approccio e analisi della depressione.

 

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