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Bambini e mutismo selettivoBambini e mutismo selettivo

A cura della Dott.ssa Margherita Scorpiniti, Psicologo dello Sviluppo e dell'Educazione

ll mutismo selettivo è l'incapacità di parlare in una o più importanti situazioni sociali, come a scuola, nonostante eloquio, sviluppo e comprensione del linguaggio siano adeguati, anche se possono essere usati altri mezzi di comunicazione non verbale. 

 

 

Non è dovuto a un altro disturbo mentale o a un'incapacità correlata allo sviluppo, anche se è stata riferita l'incidenza di sviluppo ritardato del linguaggio o difficoltà di articolazione.
La diagnosi di mutismo selettivo viene esclusa se il problema non è dovuto all'imbarazzo di avere un disturbo dell'eloquio o del linguaggio. Oggi tale disturbo non è più visto come causato da persistente rifiuto di parlare ma da costante incapacità di parlare derivante da paura o ansia. Un altro requisito del mutismo s. è che esso non può essere dovuto a una mancanza di scorrevolezza del linguaggio richiesta dalla situazione sociale. Il disturbo deve essere abbastanza grave da interferire con i progressi scolastici o lavorativi; i sintomi devono persistere per almeno un mese, escluso il primo mese di scuola. Se nel bambino viene diagnosticato uno di questi disturbi: Disturbi della comunicazione, Ritardo Mentale grave o gravissimo, Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, Schizofrenia o Disturbo Psicotico, allora viene esclusa la diagnosi di Mutismo Selettivo.


Il bambino con MS non agisce di solito in modo oppositivo/provocatorio ma appare letteralmente così ansioso da non riuscire a parlare. La maggior parte dei bambini con Mutismo selettivo studiati, ha una predisposizione genetica ai disturbi legati all'ansia anche se situazioni ambientali stressanti possono incrementarla.
Molti bambini con mutismo selettivo si sentono osservati in ogni minuto del giorno, per questo sono così ansiosi e impauriti che letteralmente non riescono a rispondere se si tenta di comunicare con loro.
Non sono ben chiare le radici del mutismo selettivo, ma si ipotizza sia determinato da varie concause genetiche e ambientali.


L'idea che sostiene che questi bambini possono essere vittime di violenza è poco fondata. Non vi è ragione di presumere che tale violenza si verifichi più spesso su di loro piuttosto che su tutti gli altri bambini. Gli studi epidemiologici hanno mostrato un'alta incidenza di ansia sociale e /o depressione nei familiari di questi soggetti, ma non vi è prova che una patologia familiare provochi i sintomi di mutismo selettivo. Se il mutismo selettivo rappresenta una fobia del linguaggio, non sorprende che i soggetti con MS sembrino resistere in modo ostinato ai tentativi di farli parlare. Se il trattamento del mutismo selettivo avviene come se fosse appunto un disturbo d'ansia, diversi bambini compiono progressi eccellenti.
A volte, i bambini con MS vengono confusi con bambini con sindrome autistica.


Invece, autismo e mutismo selettivo sono disturbi differenti tra loro. Nell'autismo il comportamento non è variabile con la situazione, l'ambiente o le persone circostanti. La maggior parte dei medici che lavora con bambini con MS ritiene che essi abbiano tendenzialmente una intelligenza al di sopra della media e che molti di loro siano particolarmente dotati (C. Stanley).


I bambini selettivamente muti hanno ottime possibilità di superare il loro disturbo quando c'è una collaborazione tra genitori, insegnanti e terapisti.
Un approccio nuovo al problema viene offerto dalla terapia strategica, che propone agli insegnanti e a quanti si trovano a lavorare con bambini aventi questa diagnosi, di evitare:
- richieste dirette di parlare e comunicare in generale;
- spiegazioni del disagio;
- aumento delle attenzioni;
- creazione del caso.
Tale terapia, invece, offre alcune strategie e tecniche originali:
- dare piccole frustrazioni attraverso errori sistematici;
- uso della tecnica del “Come se", etc...
In sostanza, viene consigliato di capovolgere completamente le modalità della relazione, da una percezione in cui l'insegnante insegue l'allievo per farlo parlare, a un'altra in cui deve essere l'allievo a sentire la necessità di rincorrere il suo insegnante per potergli  parlare.


Tale tecnica consiste nel commettere errori in modo sistematico sul bambino ( nome, età, colori degli indumenti,ecc..), senza dargli il tempo di rispondere per portare le correzioni. L'insegnante evita di farsi correggere passando velocemente ad un altro argomento o allontanandosi dal bambino. Spingendo, così, l'allievo a voler parlare per correggerlo, ma impedendogli di farlo, lo mette davanti a piccole frustrazioni che lo indurranno a reagire e a schiodarsi dalla sua rigida posizione di mutismo.
Gli studi di matrice breve-strategica, come si rileva dalla letteratura in materia, hanno ottenuto interessanti risultati (negli interventi in contesti scolastici e non) di superamento del disturbo.

Link utili: 

http://web.i2000net.it/mscorpinitipsicologo/

 

 

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