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Il ferro ridurrebbe il rischio di insorgenza della malattia e potrebbe quindi essere un alleato nella prevenzione
 



Il ferro è un sale minerale indispensabile per l’organismo: tra le sue funzioni vi è quella di favorire il passaggio di ossigeno a muscoli e tessuti.
Studi clinici condotti su pazienti affetti dalla malattia avevano evidenziato accumuli della sostanza nelle aree del cervello colpite dal Parkinson. Gli specialisti avevano quindi individuato in alti valori di ferro un possibile fattore di rischio.
Una recente ricerca ha smentito e ribaltato questa ipotesi, dimostrando che la sostanza puo’ invece aiutare a prevenire il morbo di Parkinson.
La relazione esistente tra livello del ferro nel sangue e rischio di contrarre la patologia è stata approfondita da un team di specialisti operanti presso l’Accademia Europea di Bolzano.
Lo studio, orientato ad un approccio definito "Randomizzazione Mendeliana", dimostrerebbe che un incremento del livello di ferro nel sangue è associato ad una diminuzione del 3% del rischio di insorgenza della patologia. Il risultato della ricerca apre nuove prospettive nel campo della prevenzione di una malattia, come il morbo di Parkinson, per la quale attualmente non sussiste una terapia definitiva.

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