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L'impotenza deriva dagli errori

impotenza appresaErrare è umano. Ma qualcuno proprio non ci sta proprio a sbagliare. E dagli errori ricava solo cattivi insegnamenti. Come la convinzione di non essere ingrado di realizzare i propri scopi, di non essere affidabile e non poter portare a termine dei compiti affidati. Ne viene inevitabilmente fuori un individuo impotente e possibilmente depresso. Vediamo il processo dell'impotenza e il suo antidoto.

 

 

Perchè sbagliano gli esseri umani? Nella risposta a questa criptica domanda è forse nascosta la soluzione a tutti i problemi di convivenza del genere umano. Una risposta complessa, che per la gioia di chi ama la vita movimentata non avremo mai. Ma qualcuno ci ha provato. Sono gli psicologi del comportamento. Un dato di fatto è certo: gli essere umani sbagliano...spesso, volentieri e spesso senza imparare nulla dagli errori! L'errore nel comportamento umano è visto come un rischio calcolato nell'azione e nell'uso degli oggetti. Un'azione è il risultato di una serie di passaggi eseguiti più o meno consciamente e che prevedono la formazione di uno scopo dell'azione, una procedura di azioni per raggiungerlo e la valutazione di quanto lo scopo è stato raggiunto; è qui che un'azione si può rivelare erronea dal momento che il risultato non è stato ottenuto...o forse gli obiettivi non erano quelli giusti? Niente di grave fin qui. Se non fosse che gli errori per l'essere umano possono incidere in modo molto più profondo di quanto si pensi. Dagli errori infatti l'uomo può imparare, può ignorarli ma anche intuire di non essere all'altezza dei compiti e delle responsabilità di cui si è investito, in una parola, può deprimersi. Da uno studio effettuato sugli animali è stato facile dedurre che alcune forme depressive, esperienze ripetute di fallimento determinano l'incapacità di reagire a certe situazioni della vita. Solomon e Seligman, il nome degli studiosi, hanno lavorato su diversi gruppi di cani. Che fossero potenzialmente in grado di aggirare o meno la spiacevole scossa elettrica presente nella gabbia, rilevarono che un gruppo di animali si sopponeva deliberatamente e passivamente alla piccola tortura, rilevando un atteggiamento remissivo e...depressivo. Tipici moventi dell'errore e possibili motivi di atteggiamenti depressivi sono le spiegazioni fallaci, i problemi di interpretazione ed esecuzione delle azioni, i lapsus e il senso di impotenza. Per l'essere umano lo stato d'impotenza può davvero essere autolesionistico e determinare l'incapacità ad agire. L'impotenza Può dimostrarsi sotto tre diverse forme. L'impotenza appresa, l'impotenza insegnata e l'impotenza autoavverantesi. Quella appresa è la più tipica forma di impotenza dovuta ad autoflagellazione: non sono ingrado, è tutta colpa mia, non ce la farò mai! sono queste le sensazioni di chi si sente impotente in questo modo. L'impotenza che viene da fuori e che potrebbe condizionarci la vita per sempre è quella insegnata, da figure di riferimento che in qualche modo influenzano e determinano la nostra consapevolezza di non essere in grado di fare qualcosa: quanti scienziati e matemetici persi con questo sottile giochino psicologico! L'impotenza autoavverantesi è quella che gli amici chiamano "sfiga": siamo talmente convinti di non riuscire a fare qualcosa che alla fine davvero finisce male. Martin Seligman, quello dell'esperimento con i cani, ha poi realizzato il suo antidoto: ha creato la psicologia positiva. La psicologia positiva da un lato ricerca la dimensione del piacere, inteso come benessere prettamente personale e legato a sensazioni ed emozioni positive. Dall'altro sviluppa i fattori che favoriscono la crescita e la realizzazione delle potenzialità individuali e dell'autentica natura umana nel mondo.

Psicologia Positiva

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