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Criteri per diagnosticare il disturbo dell’alimentazione incontrollata

immagine binge_eating_disorder.jpgIl termine disturbo d’alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder) venne coniato dal Dr. Albert Stunkard (specializzato nel trattamento dell’obesità) negli anni ’50. Questo termine nacque quando un suo paziente per descrivere il proprio comportamento con il cibo utilizzò il termine bing eating disorder, prendendo spunto da un modo di dire americano che indica l’eccessivo consumo di alcol: binge drinking.

 

Quest’uomo, che da anni soffriva di obesità, raccontò al medico come il cibo fosse divenuto una vera ossessione che non riusciva a controllare, che mangiava spesso al di fuori dei pasti e che consumava sempre abbondanti quantità di cibo.

  Episodio del disturbo dell'alimentazione incontrollata si hanno quando in un determinato lasso di tempo si ingerisce una quantità di cibo nettamente superiore a quella che la maggioranza degli individui mangerebbe nello stesso lasso di tempo. E durante questo episodio il soggetto che lo compie ha la sensazione di perdere il controllo, cioè ha la percezione di non riuscire a fermarsi o a controllare cosa sta mangiando.

Una caratteristica che contraddistingue il disturbo d’alimentazione incontrollata da altri è che il soggetto dopo essersi rimpinzato non utilizza dei metodi di compenso, come ad esempio fanno i bulimici che espellono tutto il cibo ingerito rigettandolo o usando dei lassativi.

Oggi si diagnostica il disturbo dell'alimentazione incontrollata quando vengono riscontrati i seguenti punti:

 

1)    gli episodi di alimentazione compulsiva si verificano ripetutamente

2)    Durante questi episodi si verificano 3 o più delle situazioni sotto elencate:

a)    mangiare senza la sensazione di fame

b)    mangiare da soli perché si prova imbarazzo per la quantità di cibo che si sta ingerendo

c)    mangiare molto velocemente

d)    provare una sensazione di colpa dopo aver mangiato, o sentirsi depressi o provare disgusto

       verso se stessi

e)    riuscire a fermarsi solo quando ci si sente esageratamente pieni

3)  Gli episodi di alimentazione incontrollata si ripetono almeno 2 volte alla settimana nell’arco    

      di 6 mesi

4)  Si prova un forte disagio per la perdita dell’autocontrollo nei confronti del cibo

5)  Chi soffre del disturbo dell'alimentazione incontrollata non effettua dopo l'abbuffata dei 

    comportamenti compensatori come ad esempio sottoporsi ad un eccessivo allenamento, al digiuno,

     all’utilizzo di farmaci per espellere il cibo ingerito (purganti o altro)…

6)    Gli episodi di alimentazione incontrollata non vengono realizzati solo nei periodi in cui si

     soffre di anoressia o bulimia nervosa.

 

Per conoscere tutti i centri riconosciuti che curano il disturbo dell'alimentazione incontrollata è possibile consultare il sito disturbialimentarionline

 






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