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Tenere un diario alimentare aiuta a vedere gli errori che si fanno a tavola e correggerli nel modo giusto

 

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Se provate a ricordare tutto quello che avete mangiato e bevuto ieri, è probabile che vi dimenticherete un paio di cose, o anche di più, ma è del tutto normale. A meno che non iniziate a pensare consapevolmente a tutto ciò che ingerite, è facile dimenticare alcuni assaggini mentre avete cucinato, o una forchettata dal piatto del vostro partner! 

 

Il problema è che questi “extra” possono aggiungere in fretta altre calorie alla propria dieta, compromettendo i risultati di un dimagrimento, o farvi scivolare in modelli alimentari malsani senza neanche accorgervene. La soluzione ideale sarebbe iniziare a tenere un diario alimentare.

Grazie al coinvolgimento in uno studio di più di 1.600 persone che tenevano un diario alimentare giornaliero, si è visto come questa pratica porti a perdere il doppio del peso, in 6 mesi, rispetto a chi non ha questa abitudine.

Di seguito ci sono sei intuizioni chiave che un diario alimentare può fornirci.

Perché si mangia quando non si ha fame?
Bisognerebbe scrivere non solo cosa e quanto si mangia, ma anche come ci si sente emotivamente durante i pasti e fare una valutazione del senso di fame e sazietà prima e dopo ogni pasto. Molti, così facendo, si rendono conto che non mangiano per una fame reale, ma perché sono annoiati, tristi, arrabbiati o preoccupati; altri ancora per passare il tempo, o per abitudine (come quella di mangiare mentre si guarda la TV). Prendere coscienza di tutto questo è importante, poiché spesso questi modelli alimentari sono inconsci e non si può cambiare qualcosa se non ci si rende nemmeno conto di ciò che si sta facendo.

Come i vostri commensali influenzano le vostre abitudini
Dopo l'avvio di un diario ci si potrebbe rendere conto che si mangia di più in compagnia che da soli; magari perché ci si lascia tentare più facilmente da cose come il gelato, o più spesso si dividono le porzioni in due anche se si hanno esigenze alimentari molto diverse.

Quanto stai mangiando veramente?
Un simpatico studio dei ricercatori della Cornell University, ha usato una telecamera nascosta per spiare i clienti di un ristorante italiano: cinque minuti dopo che avevano finito di mangiare è stato chiesto loro quanto pane avessero consumato. La maggior parte delle persone ne aveva mangiato il 30% in più di quello che pensasse, e il 12% delle persone ha negato di averlo fatto, anche se dalla telecamera era risultato il contrario. Questi risultati non sono scioccanti, dato che le nostre abitudini alimentari sono spesso insensate. Quando mangiamo in maniera distratta, compiendo al tempo stesso un’altra azione principale, è facile che il cervello abbia difficoltà a registrare tutto quello che il corpo fa in maniera automatica. Se pranzate o cenate fuori appuntate tutto quello che mangiate mentre lo state facendo: vi servirà a capire quanto serve davvero al vostro corpo e quanto invece è frutto di un’azione abitudinaria.

Quanto gusti quello che mangi?
Un diario aiuta anche a capire a che velocità si mangia solitamente. Potreste accorgervi di essere i primi a finire di mangiare, avendo letteralmente divorato quello che avevate nel piatto. Un’abitudine che genera bruciore di stomaco e insoddisfazione. Imparare a rallentare il passo porta a mangiare di meno in tempi più lunghi, e a finire i pasti senza disturbi digestivi. Mangiare più lentamente, poi, aiuta a provare sazietà prima che si finisca tutto quello che si ha davanti, quindi ci si abitua a mangiare meno con poco sforzo.

Come ti senti dopo aver mangiato alcuni alimenti?
Una delle più importanti intuizioni che si possono acquisire da un diario alimentare è capire cosa e come si mangia e come il corpo si sente. Si scoprirà che la nostra soddisfazione non deriva solo da pietanze elaborate e condite, ma da alimenti insospettabili, che grazie alle loro proprietà agiscono sul nostro umore oltre che sul girovita.

La percezione di quello che mangiate è reale?
Quanti dicono: "Io mangio tonnellate di frutta e verdura" o "Io non bevo molto"? Stilando un diario alimentare ci si potrà rendere conto fino a che punto queste percezioni sono reali. È del tutto normale farci influenzare all’idea che ci siamo fatti delle nostre abitudini, per questo un diario ci porta a vedere in maniera oggettiva le azioni che compiamo ormai in modo così automatico da essere distorte.

Sia ben chiaro che lo scopo del tenere un diario alimentare non è quello di giudicarsi o fare da polizia di se stessi, ma di conoscersi, che è il primo passo verso l'adozione di cambiamenti sani e duraturi!

Per saperne di più   

 

 

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