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Stilato il primo documento ufficiale contenente indicazioni per migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione quotidiana delle allergie alimentari

allergie_alimentari.jpg L’incidenza delle allergie alimentari in Europa è nell’ultimo decennio raddoppiata: i pazienti affetti dal disturbo sono 17 milioni di persone, tra cui 3,5 milioni di bambini.
A fronte di questi dati, l’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EEAACI) ha stilato le prime Linee Guida contenenti indicazioni per gestire il disturbo.

 

 
Le raccomandazioni sono state presentate lo scorso 25 giugno 2013, in occasione del World Allergy Asthma Congres (Milano).
Esse sono rivolte non solo ai pazienti interessati dall’allergia, ma anche a tutti coloro che si devono occupare in differenti modi del problema: medici, insegnanti, aziende produttrici di alimenti e ristoratori.
L'obiettivo è creare una piattaforma di dialogo e collaborazione su un problema condiviso fra tutti coloro che sono chiamati a gestire i pazienti o che hanno comunque la possibilità di intraprendere iniziative che possono influire sulla loro vita.
Le Linee Guida sulle allergie alimentari forniscono quindi indicazioni relative a differenti aspetti: dalle terapie, esami diagnostici effettuabili gratuitamente e tipi di assistenza che devono essere garantiti, fino alle norme per la lavorazione e l'etichettatura degli alimenti che possono causare allergie.
Vediamole più nel dettaglio.
Rischio di contaminazione alimentare
Per prevenire il rischio della contaminazione alimentare da parte di allergeni, l'industria alimentare ha compiuto molti passi in avanti, con la definizione di misure atte ad aumentare la sicurezza dei cibi anche per i consumatori affetti da allergie alimentari.
Per gestire al meglio i rischi, viene raccomandata la produzione degli alimenti in ambienti isolati da altri impianti.
Anafilassi
L'anafilassi rappresenta la reazione allergica seconda per gravità. Come le linee guida indicano, le evidenze tratte da studi scientifici in materia presentano ancora molte lacune.
Viene raccomandato come trattamento di prima scelta l'iniezione intramuscolare di adrenalina. Per i casi di emergenza è indicato come potenzialmente necessario l’impiego di un auto-iniettore di adrenalina, sull’uso del quale i pazienti devono essere informati con precisione.
Prevenzione delle allergie alimentari
Un ruolo chiave è svolto sotto questo aspetto non solo dagli operatori sanitari ma anche dalle famiglie dei pazienti. E’ quindi fondamentale educare sia i soggetti affetti dall’allergia che i loro familiari stretti.
Prevenzione delle allergie alimentari in gravidanza e allattamento
Particolare attenzione è stata dedicata alle donne in gravidanza e allattamento. A questo proposito, Maria Antonella Muraro (Centro di riferimento regionale per lo studio e la cura di allergie e intolleranze alimentari del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova), ha fornito alcune indicazioni.
Se è raccomandabile a fini preventivi l’allattamento esclusivo al seno fino ai primi 4-6 mesi di vita del bambino, non è né necessario né utile eliminare dall’alimentazione quotidiana della donna incinta o in allattamento certi alimenti.  Non esistono infatti evidenze scientifiche tali da rendere giustificabile l'eliminazione di cibi che possono provocare allergie dopo il 4° mese di vita.
E’ invece consigliabile seguire una dieta sana, senza specifiche limitazioni.
Se il bambino ha un alto rischio di contrarre allergie, è raccomandato a fini preventivi nei primi 4 mesi di vita un latte artificiale ipoallergenico, basato su latte vaccino idrolizzato.
Infine, uno degli obiettivi che ci si aspetta di raggiungere in futuro è rendere l'immunoterapia una normale cura dell'allergia alimentare.

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