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operare il tumore della tiroideTumore della tiroide: non sempre da trattare?

Le persone con tumore della tiroide che non mostra diffusione né metastasi sembrano poter guarire indipendentemente dal fatto che i tumori siano o meno trattati. E' quanto afferma una nuova ricerca americana, basata su un gruppo di pazienti affetti da tumore della tiroide (cancro papillare della tiroide) e sostenuta da un dipartimento del White River Junction, nel Vermont.


I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla Reuters  
Il carcinoma papillare della tiroide è il tipo più comune di tumore della tiroide, in genere curato con intervento chirurgico immediato per rimuovere parte della ghiandola della tiroide o per rimuoverla completamente. Su 35.000 pazienti affetti da tumore della tiroide e trattati chirurgicamente, i ricercatori del Vermont hanno scoperto che il 99 per cento di loro erano ancora vivi a distanza di vent'anni dall'intervento.

Ma, e questo è il punto su cui si basa lo studio, su un campione di 440 pazienti che non hanno subito l'asportazione chirurgica del tumore della tiroide, la sopravvivenza nello stesso arco di tempo era del 97 per cento.

La chirurgia è il cardine del trattamento localizzato per il carcinoma papillare della tiroide, ma i risultati suggeriscono che in molti casi l'intervento può non essere necessario per la cura del tumore della tiroide.

Certo, non è mancato il polverone a seguito di simili affermazioni, in particolare di chi obietta che ci vorrebbe maggiore cautela a suggerire una cosa simile visto il numero di pazienti (440 contro 35000 operati) presi in esame.

E' pur vero che a sostenere lo studio, i ricercatori affermano di aver preso in esame i casi di tumore della tiroide dal 2006 a oggi: un aumento sensibile dei pazienti malati a cui non è corrisposto un aumento delle morti. Ma anche qui c'è chi ribatte che molto del lavoro è stato fatto grazie allo screening, che ha individuato il tumore della tiroide nella prima fase asintomatica.

Ci sono quattro tipi di tumore della tiroide, affermano i ricercatori: i due tipi più mortali costituiscono appena il 2 per cento di tutti i tumori tiroidei. E le persone che sviluppano questo tipo di malattia di solito sono consapevoli che qualcosa non va e presentano già dei sintomi, come un cambiamento della voce o la difficoltà di parlare e respirare correttamente. Quando è diagnosticato un tumore della tiroide, i medici racocmandano una biopsia immediata o un altro test per effettuare la corretta diagnosi del tipo e procedere con la terapia chirurgica.

Ma, e questo è quanto affermano i titolari dello studio, correre alla terapia chirurgica significa asportare parte della tiroide e quindi limitarne del tutto o in parte la funzionalità, con l'effetto di dover costringere i pazienti a una terapia sostitutiva per il resto della loro vita. Una obiezione sicuramente corretta dinnanzi alla certezza della prospettiva di vita anche senza l'intervento. Ma quando certezza non vi è, forse ha ragione chi dice che occorre andare avanti con la ricerca.

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