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Sintomi intestino irritabileIntervista al prof. Iannetti sulla sindrome dell'intestino irritabile

Senso di gonfiore addominale intenso, che talora si sposta sui diversi quadranti dell’addome, a volte impellenza ad evacuare e feci sfatte o addirittura liquide, altre volte stitichezza, spasmi dolorosi alla pancia: può essere tutto dovuto alla sindrome dell’intestino iritabile?

Professore, che cosa si intende per Sindrome dell'Intestino Irritabile?

La Sindrome dell'Intestino Irritabile è un disordine funzionale dell'intestino, cioè un insieme di sintomi che non è provocato da una malattia organica e documentabile agli accertamenti medici. Bisogna comunque eseguire tali accertamenti, per poter escludere patologie, a volte gravi, che si presentano con sintomatologia molto simile, come ad esempio un cancro del colon o una malattia infiammatoria cronica intestinale.

E' un disturbo frequente?

Sì, la sindrome dell’intestino irritabile è una delle patologie più frequenti del tubo gastroenterico e colpisce prevalentemente il sesso femminile, di età tra i 30 ed i 50 anni. Risulta cinque volte più frequente nella razza bianca rispetto a quella nera. In Italia una persona su cinque è affetta da questa sindrome.
Negli Stati Uniti il costo sociale è elevatissimo, tanto che determina circa 3 milioni di visite mediche annue, con circa 2 milioni di prescrizioni mediche ed un costo annuo di 8 bilioni di dollari.

Questa Sindrome può causare anche disturbi extraintestinali?

Il soggetto avverte una sensazione di malessere generale e spesso si associano sintomi come cefalea, irritabilità, insonnia, mal di schiena, oltre che cattiva digestione, diarrea o stitichezza. Si ha un’importante ripercussione sulla qualità della vita e, considerando che tali disturbi colpiscono una fascia di età giovane, si comprende come queste alterazioni abbiano un'influenza sia soggettiva che di tipo sociale e lavorativa.

Quali sono le cause della Sindrome dell’Intestino Irritabile?

I meccanismi responsabili di questa Sindrome non sono ben noti.
Alterazioni della motilità intestinale, che si associano ad un'alterata percezione del dolore viscerale, possono causare il problema. Anche fattori ambientali, come lo "stress", e fattori genetici giocano il loro ruolo.
Un fattore importante è la dieta, con il contenuto in fibre che l'alimentazione quotidiana contiene.

Come si può manifestare la Sindrome dell’Intestino Irritabile?

L'esordio può essere abbastanza improvviso, con dolori addominali ed insorgere di diarrea o di stitichezza. Successivamente i sintomi possono divenire cronici o ricorrenti, con associazione di gonfiore e coliche addominali gassose, stitichezza o diarrea.

Quali accertamenti diagnostici consiglia?

Naturalmente dipende da caso a caso e non si può prescindere da un’attenta valutazione sia clinica che anamnestica. È sempre opportuno, comunque, anche se non vi sono sintomi di allarme, eseguire esami del sangue, delle feci e delle urine e programmare accertamenti strumentali, per lo più di tipo endoscopico. Non dobbiamo dimenticare che la diagnosi di Sindrome dell’Intestino Irritabile è di esclusione, cioè si basa sulla negatività delle indagini di laboratorio e strumentali eseguite.

Quali sono i sintomi di allarme che citava? E perché sono preferibili gli esami strumentali di tipo endoscopico?

Si chiamano sintomi di allarme quei sintomi che inducono il Medico a sospettare patologie gravi. Per esempio, la presenza di sangue nelle feci, un dimagramento non voluto o altro. La stessa età non più giovane del paziente è da considerare un sintomo di allarme. Si preferiscono gli esami endoscopici perché l’endoscopia, tra tutte le tecniche così dette di “Imaging”, permette di vedere in diretta la mucosa del tratto intestinale esplorato e di valutarne l’eventuale infiammazione. Permette poi di prelevare con la biopsia pezzetini di mucosa per poterli analizzare dal punto di vista istopatologico. Permette anche di rimuovere endoscopicamente eventuali lesioni tumorali che si riscontrassero, cioè l’asportazione dei “famosi” polipi dell’intestino.

Quali sono le possibilità terapeutiche per la Sindrome dell’Intestino Irritabile? E quanto è importante la dieta?

La dieta è fondamentale nel trattamento della Sindrome dell’Intestino Irritabile. Deve essere varia, equilibrata e ricca di fibre, che devono oscillare tra i 25 ed i 30 grammi al giorno. Le fibre rappresentano un elemento terapeutico basilare, in quanto aumentano il volume e la consistenza delle feci ed hanno un'azione prebiotica (cioè contribuiscono alla regolarizzazione della flora batterica intestinale). Bisogna preferire fibre non gelificanti, fibre cioè che rimangono sempre liquide e morbide nell’intestino e non provocano gli inconvenienti degli integratori di fibre tradizionali. Ecco perché vanno spesso aggiunte fibre di sintesi, che si acquistano in farmacia. In alcuni casi sarà opportuno aggiungere antispastici, o almeno cicli di trattamento con tali medicamenti, oppure procinetici o antidiarroici, a seconda del caso clinico.
Anche antidepressivi ed ansiolitici trovano spazio per alcuni pazienti, ma non tanto per la loro azione farmacologica psichiatrica, quanto per la capacità, che alcuni di questi farmaci hanno, di regolare la soglia del dolore e la motilità colica.

Esistono alimenti da evitare?

In linea di massima vanno evitate alcune sostanze che hanno un'azione stimolante sulla motilità intestinale, come per esempio la caffeina, ma non esistono alimenti controindicati in senso assoluto. Va comunque valutato il singolo paziente.

Alcuni soggetti, che presentano un deficit di un’enzima, che si chiama lattasi, hanno intolleranza al latte. Per costoro è opportuna l’astensione dal latte e latticini ed una integrazione dell’enzima mancante. Si verifica nella pratica clnica che, anche soggetti che non presentano tale intolleranza ed hanno una Sindrome del Colon Irritabile a componente diarroica, si giovano comunque dell’astensione da tale alimento, da frutta  e verdure.
E' altresì importante fare notare che, eliminare dalla dieta il latte, può esporre ad una riduzione dell'introito di Calcio, elemento importante sia nella fase di accrescimento che in età menopausale, il quale potrà eventualmente essere integrato.

Dalla Sindrome dell’Intestino Irritabile si guarisce?

La Sindrome dell'Intestino Irritabile è un disturbo tendenzialmente ad andamento cronico o ricorrente. Chi soffre di questo disturbo deve abituarsi a convivere con i suoi sintomi, tranquillizzato dal suo Medico, nella certezza che questi non nascondono patologie importanti. Deve sapere controllarli con una buona conoscenza degli stessi, con un'adeguata e costante assunzione di fibre, con una dieta equilibrata, oltre che con un eventuale apporto di medicamenti, che ciclicamente il suo Medico gli consiglierà.

Quali sono gli esami di sangue più utilizzati per la diagnosi differenziale della Sindrome dell’Intestino Irritabile?

Si effettuano gli esami di routine, come l'emocromo, la sideremia, le transaminasi, la ionemia, la glicemia, la creatininemia. A questi si aggiungono particolari esami che vengono chiamati "indici di flogosi", rappresentati dalla VES, dalla PCR e dalle mucoproteine. Questi ultimi servono ad escludere processi infiammatori, caratteristici di altre patologie più severe dell'intestino, come le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali.

Bisogna effettuare sempre la colonscopia?

La colonscopia è l’esame con la più alta capacità diagnostica, ma è un esame invasivo. Va effettuato quando sono presenti sintomi di allarme e seguendo le linee guida in materia. Per esempio, la colonscopia va effettuata quando i disturbi insorgono in soggetti con età superiore a 50 anni o, anche se inferiore, in soggetti con familiarità per Cancro del Colon. La colonscopia va sempre effettuata in caso di presenza di sangue, di diarrea persistente che non regredisce con la terapia, di dimagramento non altrimenti spiegabile.

Va effettuata una ecografia dell'addome?

L'ecografia è esame di largo utilizzo, basso costo e non è invasivo. Perciò viene effettuata spesso in soggetti che hanno sintomatologia dolorosa addominale. Le informazioni che può dare sono riferibili alla esclusione di calcolosi della colecisti o di patologia della sfera genitale (soprattutto della patologia ovarica).

Va effettuata una TAC?

Può essere utile la TC-Colonografia (o Colonscopia Virtuale), che si sovrappone al “vecchio” Clisma Opaco e dà informazioni su grossolane patologie endoluminale, senza dare notizie sullo stato della mucosa intestinale.

Può essere utile eseguire esami che possono diagnosticare la Celiachia?

In caso di Sindrome dell’Intesino Irritabile a variante diarroica, soprattutto se la sintomatologia è importante, va posta diagnosi differenziale con la Celiachia. Questa patologia, molto più frequente di quanto si creda, può presentarsi nell'adulto solo con questi sintomi (dolori addominali e diarrea). Per tale motivo si effettuano esami ematologici chiamati Anticorpi anti-Gliadina, Anti Endomisio ed Anti-Transglutaminasi Tissutale. Nel sospetto, è opprtuno effettuare una duodenoscopia per prelevare frammenti di mucosa intestinale, che vengono esaminati al microscopio per una diagnosi di certezza.

 

prof. Antonio Iannetti
www.iannetti.it

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