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Essere obesi
Che vuol dire essere obesi? L'obesità come condizione mentale. 

 

Essere obesi non vuol dire essere grassi. L'obesità può essere definita una condizione psicologica che comporta un eccessiva sensazione di "fame" che si traduce nella ricerca eccessiva e fuori misura di cibo. Questa condizione è pertanto mentale e può permanere nell'individuo obeso anche dopo la perdita del peso in eccesso. Ne sembra conseguire una definizione dell'obesità legata ad uno stato mentale prima e poi a quello fisico che ne è lo specchio. Le persone obese non hanno in comune soltanto il "grasso" bensì delle caratteristiche che denotano un complesso emotivo e attitudine al cibo tali da costituire veri e propri meccanismi di comprensione intrinseca dell'obesità e delle cure di essa come patologia. Curare l'obesità non significa semplicemente perdere peso, ma capire ed agire sull'assetto psicologico ed emotivo che caratterizza la persona obesa. 

 

 

 

Il profilo dell'obesità. Prendere atto della propria obesità mentale prima che fisica.

Vi sono dei connotati precisi che contraddistinguono l'obeso. Tratti non solo fisici, come dicevamo, ma anche legati a fattori ben riconoscibili dell'obesità e che soprattutto vanno riconosciuti per intervenire efficacemente. 

Conosciamo piuttosto bene il profilo "fisico" della persona obesa. Possiamo inoltre identificare una condizione vera di obesità che si protrae per un periodo di almeno 10 anni. Prendere coscienza con la propria obesità può essere meno semplice di quanto si pensi. Non basta vedersi grassi, bisogna sentirsi anche grassi e riconoscersi nel profilo mentale e psicologico dell'obeso. 

 

Cibo, dieta, peso, grasso... Stile di vita?

L'obeso è spesso concentrato sul cibo, ne fa una preoccupazione, un pensiero onnipresente, un argomento di conversazione, una ricerca. 

Per "cibo" intendiamo riferirci a tutto ciò che concerne il contesto emotivo "alimentare" in cui l'obeso vive, passando dalla fissazione per le diete alla censura del cibo all'abbandono totale ai suoi piaceri, quasi con un approccio spasmodico. Quello dell'obeso sembrerebbe un vero e proprio stile di vita, se così possiamo definirlo, un chiodo fisso che occupa un ruolo molto importante. 

L'obeso resta obeso anche quando non più fisicamente tale. Egli è cosciente di poter riacquistare quella condizione fisica anche dopo anni di magrezza. Il motivo di questo atteggiamento sembra risiedere nella noncuranza della quantità di cibo, benché sia sempre presente la consapevolezza di quanto si sta mangiando e delle calorie degli alimenti. Ci si può abbandonare a "pasti senza fine" con un senso di totale abbandono che ne caratterizza l'aspetto psicologico, più che quello della sazietà, ma sempre in modo totalmente consapevole di quantità e qualità calorica. Non ci si libera mai della meticolosità nei confronti del cibo, non ci si alimenta in modo spontaneo e naturale, liberi dal problema dell'alimentazione. Questa attitudine alla preoccupazione del cibo è ciò che distingue un obeso magro da un magro autentico.  

La considerazione di sé: l'obeso apparentemente non è preoccupato del proprio aspetto, ma non è reale questa sensazione che suscita il suo comportamento. Molti possono avere un rapporto conflittuale con la propria immagine, evitare consapevolmente di trovarla riflessa in uno specchio. Molti hanno anche la fissazione per la bilancia, controllando il proprio peso continuamente, anche la notte!

 

Continua... 

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