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I ricercatori della Yale University School of Medicine hanno messo a punto una nuova tecnica per contrastare la malattia di Alzheimer
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Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa che compromette le cellule cerebrali rendendo con il tempo la persona che ne soffre, non più in grado di condurre una vita normale portandola alla morte. Nel mondo ne soffrono circa 26,6 milioni di persone.

 

 

 

Il morbo di Alzheimer è una malattia caratterizzata dalla presenza di depositi collosi di una proteina chiamata amiloide, che il corpo umano produce naturalmente, ma che tende ad accumularsi nel cervello di chi è malato di Alzheimer.

Non è ancora stato scoperto un modo per eliminare dal cervello le placche responsabili della malattia. Gli scienziati allora, hanno provato un nuovo approccio per affrontare e contrastare i sintomi dell’Alzheimer lasciando le placche al loro posto.

Il dottor Stephen Strittmatter, professore di neurologia della Yale University School of Medicine, ha scoperto un nuovo farmaco che potrebbe fornire cure efficaci per la malattia. Spiega il dottor Strittmatter che non è possibile togliere le placche accumulatesi nel cervello, ma si può intervenire sul processo che innesca la morte delle cellule nervose cerebrali. Con il crescere delle placche, le cellule del cervello muoiono interrompendo la possibilità di comunicare con le altre cellule attraverso la sinapsi, questo comporta perdita di memoria, demenza ed infine la morte.

Circa un anno fa gli scienziati hanno scoperto come le placche amiloidi interagiscono con le cellule nervose, questo avviene tramite un prione, una proteina che si trova sulle cellule nervose che ha un affinità speciale con l'oligomero amiloide, ancora non era chiaro però, come l’amiloide fuori della cellula innescasse i mutamenti all’interno del neurone. Oggi gli scienziati sembrano avere scoperto il ricettore che lega il glutammato chimico all’intero processo. Il dottor Strittmatter ha dichiarato che questa cura potrebbe essere messa in atto su pazienti ai primi stadi della malattia, che hanno avuto perdite di memoria, nei quali potrebbe essere ripristinata una parte di questa memoria e arrestato l’Alzheimer.

Il farmaco che blocca l’attività del ricettore del glutammato è stato testato sui topi, i risultati sono stati sorprendenti, la memoria e la sinapsi dei topi è tornata alla normalità e gli animali non sono morti.

La terapia non interviene sui depositi di amiloide nel cervello, ma blocca gli effetti tossici delle placche sulle cellule nervose, così da mantenere intatte le sinapsi e le funzioni del pensiero. 

La prossima mossa sarà di dosare la quantità di farmaco capace di bloccare il ricettore del glutammato.

 

Federazione Alzheimer Italia 

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