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Il gene della schizofrenia

E' stata scoperta una variante genetica dei recettori della dopamina del tipo D2, coinvolti in molte attività complesse del cervello ma anche legati a malattie come schizofrenia e morbo di Parkinson. E poiché questa nuova variante è la prima ad avere effetto a livello delle funzioni cerebrali, il suo studio promette adesso di aprire la strada alla messa a punto di nuovi farmaci contro le due malattie.
La ricerca, condotta fra Italia e Stati Uniti, è pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas. Il gruppo di Alessandro Bertolino, del dipartimento di Neurologia e psichiatria dell'università di Bari, in collaborazione con il gruppo di Wolfgang Sadee, del programma di Farmacogenomica dell'università del'Ohio, ha scoperto una nuova variante del neurotrasmettitore addetto al controllo di funzioni complesse, come la memoria e il movimento.
"Si tratta - ha detto Bertolino - della prima variante funzionale" finora scoperta di questi recettori, una variante che ha cioé un effetto sulle funzioni del cervello. Identificata negli Stati Uniti, la variante del recettore è stata studiata nell'uomo in Italia e i test, condotti su volontari sani, "hanno dimostrato - ha proseguito Bertolino - che è importante nel determinare le abilità legate alla memoria e all'attenzione". Il prossimo passo dello studio, ha aggiunto l'esperto, sarà studiare la variante del recettore D2 nei pazienti che soffrono di schizofrenia per verificare il modo in cui reagiscono ai farmaci antipsicotici".

 

Per un approfondimento:

Il ruolo della dopamina nella schizofrenia e il meccanismo d’azione degli antipsicotici

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