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Diabete giovanile, una malattia metabolica che colpisce in età pediatrica e con la quale è possibile convivere

 diabete_giovanile.jpgIl diabete giovanile è una malattia metabolica la cui incidenza è in aumento: solo in Italia ne sono affetti circa 20.000 pazienti tra gli 0 e i 18 anni. Il piccolo paziente non guarirà dal diabete, ma puo’ convivere con la malattia attraverso una terapia che associa cura insulinica, una corretta alimentazione e una regolare attività fisica.

 


Diabete giovanile: che cosa è e da cosa è causato
Il diabete è una malattia metabolica cronica contraddistinta da un aumento del livello di concentrazione del glucosio nel sangue (iperglicemia) che puo’ essere causato da una riduzione della produzione di insulina o da una diminuzione della capacità dell’organismo di utilizzare l’ormone. Nel tempo la malattia, se trascurata, puo’ dare luogo a complicazioni croniche a carico del’apparato cardiovascolare e dei nervi periferici.
Il diabete colpisce soggetti di qualsiasi età e sesso; è possibile distinguere tra diabete di tipo 2 e diabete di tipo 1.  Il diabete di tipo 2 , denominato “diabete dell’adulto”, colpisce prevalentemente soggetti in sovrappeso con età superiore ai 40 anni. Il diabete di tipo 1, definito anche “diabete giovanile” si manifesta più frequentemente in età infantile ed adolescenziale.
L’incidenza del diabete giovanile è in crescita: ad esserne affetti nel mondo sono circa 500.000 pazienti under 14 e, in Italia, circa 20.000 pazienti di età compresa tra 0 e 18 anni.
Il diabete giovanile è una malattia autoimmune: questa forma della patologia è caratterizzata infatti dalla produzione di autoanticorpi che distruggono le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina.

Sintomi
L’insulina è l’ormone prodotto dalle cellule del pancreas per utilizzare gli zuccheri contenuti nei cibi trasformandoli in energia. Quando si verifica una totale carenza di insulina, il glucosio, che non puo’ essere utilizzato, si accumula nel sangue. Per questo motivo, tra i principali sintomi della patologia vi sono un’eccessiva sete (polidipsia) e una maggiore frequenza delle urine (poliuria).
Allo stesso tempo, il piccolo paziente puo’ manifestare un improvviso calo di peso: poiché l’insulina non viene secreta dal pancreas, l’organismo non puo’ più attingere energia dal glucosio e preleva energia dai depositi adiposi sottocutanei.
Con l’andare del tempo, il consumo dei grassi determina perdita di peso e acidosi, una patologia causata dalla formazione nelle urine di corpi chetonici , sostanze  tossiche di scarto. A questi sintomi si associa una condizione di malessere generale, con dolori addominali, vomito, nausea, mal di testa, irritabilità  e sonnolenza.

Diagnosi
La diagnosi precoce costituisce un‘importante strumento per prevenire l’insorgenza o l’evoluzione della malattia grazie ad un tempestivo intervento.
Il primo strumento diagnosi è rappresentato dall’analisi dei valori della glicemia, ovvero della concentrazione di glucosio nel sangue. I valori glicemici di riferimento sono uguali per bambini e adulti: nell’arco della giornata tipo di individui sani che seguono uno schema alimentare corretto, la glicemia oscilla tra i 60 e i 130 mg/dl. Un valore glicemico uguale o superiore ai 126 mg/dl è ritenuto un possibile sintomo della malattia. La diagnosi è certa quando il valore glicemico in qualsiasi momento della giornata o a distanza di due ore da un carico di glucosio è di 200 mg/dl.

Terapia
E’ importante sapere che il bambino non puo’ guarire dal diabete, ma puo’ convivere con la malattia conducendo un normale stile di vita e non rinunciando alle attività normalmente svolte in questa fascia di età. Il trattamento della patologia consiste nella cura insulinica, nell’adozione di una dieta corretta, nello svolgimento regolare di attività fisica e nell’educazione del bambino ad un’autogestione della malattia. Questi tre aspetti del trattamento hanno come comune obiettivo un mantenimento dei valori glicemici il più possibile prossimo alla norma e una riduzione del rischio di ipoglicemia.
Terapia insulinica
In una prima fase viene stabilito il tipo di terapia insulinica più adatta al bambino. Le iniezioni di insulina vengono praticate con particolari aghi, sottili ed indolori, che penetrano nei muscoli di coscia, addome e braccio. I pediatri diabetologi concordano nel raccomandare almeno due iniezioni quotidiane:  una prima di colazione e l’altra prima di cena. In ogni caso, è importante far passare tra l’iniezione e il pasto almeno 30 minuti.
Misure quotidiane per gestire la malattia
In una seconda fase,  il pediatra diabetologo metterà a conoscenza genitori e bambini delle misure giornaliere da adottare per convivere con la malattia.
Recenti studi americani avallano un metodo terapeutico nel quale il pediatra diabetologo che ha preso in cura il bambino o il ragazzo lo accompagni anche nei primi incontri con il diabetologo per adulti, al fine di assicurare una continuità nella terapia.
Linee guida aggiornate sulla “Gestione del diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti”, stilate da dieci specialisti statunitensi, indicano, tra le raccomandazioni che i pediatri devono comunicare ai genitori del bambino, una permanenza quotidiana davanti alla tv o al computer che non superi le 2 ore e un’ora di attività fisica quotidiana.
Attività fisica
Più in particolare, una regolare attività fisica aiuta a prevenire le complicanze cardiovascolari ed è particolarmente importante per i pazienti affetti da diabete giovanile perché contribuisce al miglioramento della sensibilità insulinica dell’organismo.
E’ utile sottolineare che l’esercizio fisico comporta comunque dei rischi, quali episodi di iperglicemia o ipoglicemia. L’attività fisica deve quindi essere pianificata in linea con lo schema alimentare e con la terapia insulinica e deve sempre essere preceduta, accompagnata e seguita da un controllo dei valori della glicemia.
Ecco perché il paziente deve sempre portare con sé, durante l’attività fisica, sia una riserva di zuccheri semplici che uno strumento di misurazione della glicemia.
Queste misure accresceranno nei ragazzi diabetici la capacità di autogestione della malattia e di autocontrollo della glicemia.
Alimentazione
E’ compito del dietologo prescrivere un adeguato stile alimentare. L'alimentazione del bambino diabetico è parte integrante della terapia, contribuendo, in associazione alla cura insulinica e ad una corretta attività fisica, alla regolare crescita del paziente e alla prevenzione delle complicazioni della malattia. La dieta quotidiana non deve essere caratterizzata da limitazioni particolari ma solo dal rispetto di alcune semplici regole.
Più in particolare, è opportuno tenere sotto controllo la glicemia facendo attenzione alla quantità di carboidrati e degli altri nutrienti. La quantità di carboidrati deve corrispondere al 55% delle calorie giornaliere totali; sono da preferire i carboidrati complessi (pasta, riso, pane, patate). Il 15% delle calorie giornaliere deve essere fornito dalle proteine, sia di origine animale che vegetale. Ad un significativo apporto di fibre solubili e carboidrati complessi e ad un adeguato apporto di proteine deve corrispondere una diminuzione della percentuale di grassi, in particolar modo dei grassi saturi. I grassi devono infatti fornire il 30% delle calorie giornaliere. Per quanto riguarda i cibi dolci, gelati e torte possono essere mangiati, ma solo se inseriti in un pasto a base di fibre e verdure.
In generale, la dieta mediterranea è adeguata alle esigenze nutritive dei pazienti diabetici.

Indicazioni per l’assistenza al bambino e all’adolescente con diabete
 
 

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