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Ibernazione e storia salvano dall'ictus

 

Congelare il cervello e con lui tutti i suoi problemi. E' la nuova procedura per ridurre i danni e curare meglio un attacco di ictus. La tecnica di congelamento del cervello è sostenuta da una ricerca dell'Università di Edimburgo (Gran Bretagna), diretta dal dottor Malcolm Macleod e pubblicata dal sito della "BBC". E il suggerimento arriva dritto dritto dalle cronache storiche delle campagne napoleoniche. L'ispirazione è infatti arrivata leggendo i resoconti medici dove si spiega come i soggetti feriti messi vicino al fuoco morivano, mentre quelli nella neve sopravvivevano. L'ibernazione artificiale del cervello avrebbe il vantaggio per i medici di contrastare meglio i danni e consentire una guarigione più profonda. Il team propone di portare il corpo del soggetto in uno stato di ibernazione artificiale.  la terapia prevede di portare la temperatura corporea del malato a 35° 6 ore dopo l'arrivo dell'ictus. Così facendo, la riduzione termica (ipotermia terapeutica) consentirebbe di ridurre gli effetti collaterali dell'attacco. A tale scopo, i test inglesi hanno utilizzato gocce intravenose di ghiaccio e tamponi freddi sulla pelle che hanno abbassato la temperatura a 35°, due gradi meno della norma. Il sistema ha aumentato la percentuale di sopravvivenza, facilitando il lavoro dei dottori ed il recupero dei malati.

Lo studio

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