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L'importanza di un primo soccorso infarto
pronto soccorso infarto

Quando un male arriva all'improvviso, c'è un fattore che può determinare il successo o il fallimento di un intervento di soccorso. Questo fattore è il tempo e parliamo di tempi davvero ristretti, questione di minuti. Non c'è un caso più rappresentativo e cruciale dell'importanza del tempo, se non nel primo soccorso infarto.

 
La regola è semplice, più elementi si frappongono tra il tempo necessario ad intervenire in modo risolutivo nei confronti di un'emergenza medica e il tempo in cui non si fa nulla, più si rischia di mandare a vuoto qualsiasi tipo di soccorso, con effetti talvolta fatali. Nell'ambito del pronto intervento infarto viene spesso sottovalutata la differenza che può fare un soccorso rapido ed efficace e un soccorso pieno di ostacoli. Le cause possono essere imputate a diverse circostanze, tra cui l'incapacità di riconoscere per tempo i segnali di un infarto, disfunzioni a livello di intervento medico e di linee guida precise, la mancanza di una corretta prevenzione.
 
Ciò non toglie che circa il 30 per cento dei decessi imputabili a infarto avviene quando nemmeno si è riusciti a raggiungere l'Unità di Terapia Intensiva Coronarica. Ed è causato da arresto cardiaco, evento che avviene tipicamente entro la prima ora dall’esordio dei sintomi. Quanto tempo perso! E se si considera che in molti casi il paziente non viene nemmeno adeguatamente soccorso, la morte è praticamente scontata. E' importante perciò che il personale ospedaliero sia dotato di mezzi idonei per affrontare il più celermente possibile il pronto soccorso infarto, e che vengano introdotti nuovi metodi di lavoro e di collaborazione tra i diversi centri di ricovero. 
 
Un esempio virtuoso di rete attiva per affrontare in tempo un infarto è: IMA (Infarto Miocardico Acuto), un sistema “Fast Track”, che permette di eseguire una rapida diagnosi e un rapido trasferimento del paziente colpito da infarto, a strutture dotate di emodinamica. Ciò garantisce un risparmio di tempo di circa 35 minuti e una riduzione del 7,5 per cento della mortalità per arresto cardiaco.
 
Come funziona "Fast Track"? 
Partita la segnalazione del 118, il Pronto Soccorso, la parte burocratica e sanitaria di accoglienza, vengono saltati e il paziente viene portato direttamente nel reparto di emodinamica. La chiamata al 118 è sempre raccomandabile di fronte ad una sintomatologia di esordio estremamente riconoscibile e di elevata gravità clinica (perdita di coscienza, dispnea grave, polsi arteriosi non percepibili). 
Se invece il paziente si presenta spontaneamente in Pronto Soccorso, con tipici e accertati sintomi dell'infarto viene subito assistito con un rapido triage e immediata esecuzione di elettrocardiogramma, nel caso, inviato immediatamente in sala di emodinamica per eseguire l’angioplastica primaria. Se il paziente arriva direttamente si riducono decisamente i tempi, ma non il rischio legato all'inesistenza di assistenza specifica. E' opportuno perciò ricorrere a questa modalità di ricovero se sintomi dell'infarto sono ancora lievi e non ben qualificabili.
 
E' importante comunque sottolineare come l'introduzione delle più affermate innovazioni terapeutiche in caso di infarto abbiano di gran lunga ridotto i tempi d'intervento e favorito l'esito positivo delle cure. E parliamo ad esempio dell'introduzione dei beta-bloccanti, il trattamento fibrinolitico, la somministrazione di aspirina, trattamento con ACE-Inibitori. 
 
 

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