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La malattia da reflusso gastroesofageoMalattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE)

 

La malattia da reflusso gastro-esofageo è una patologia frequentissima dei nostri giorni (prevalenza 20% della popolazione). Se pure di per sé solitamente non particolarmente preoccupante, può creare problemi significativi ed una qualità di vita non accettabile. C’è chi lamenta alito pesante e tosse stizzosa e continua, che può impedire perfino il riposo notturno.

                                                                             

 

A cura del prof. Antonio Iannetti
http://www.iannetti.it/

Professore, cosa consiglia di fare in quest’ultimo caso?


Dopo aver consultato il medico di base, consiglierei di andare dal Medico Odontoiatra per un’adeguata igiene orale e contattare un medico Otorinolaringoiatra per valutare la tosse. È opportuno comunque eseguire anche una lastra del torace.

Se il Dentista dice che è tutto in ordine, la lastra del torace è nella norma e l’Otorinolaringoiatra parla di un’infiammazione alla faringe, ciò può spiegare l’alitosi e la tosse?


Certamente l’Otorinolaringoiatra sospetterà una malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). La MRGE è una malattia dovuta al reflusso del contenuto dello stomaco, cibo, acido e bile, nell'esofago, con la conseguente infiammazione della mucosa dell'esofago e del faringe. L’alitosi può essere spiegata dalla non buona competenza dello sfintere esofageo inferiore (o cardias), che consente al contenuto dello stomaco di risalire in alto, creando il problema.


Quali altre conseguenze  può portare questa incontinenza dello sfintere esofageo?

Può essere presente esofagite, quando il reflusso provoca lesioni della mucosa dell’esofago, in genere erosioni e piccole ulcere, che possono essere già viste con la gastroscopia. Solo il 40% dei pazienti con MRGE presenta un'esofagite visibile all'endoscopia. Nel restante 60% dei pazienti con sintomi da MRGE la gastroscopia non mostrerà nessuna lesione.
Altre possibili complicanze della malattia da reflusso sono la stenosi (cioè il restringimento dell’esofago) che è dovuto ai processi di cicatrizzazione ripetuti delle lesioni della mucosa. Complicanze a lungo termine sono il così detto Esofago di Barrett ed il cancro. Fortunatamente tali complicanze sono rare.


Come mai si ha il reflusso in esofago?


Se lo sfintere cardiale, posto tra esofago e stomaco, che impedisce il reflusso di acido, di alimenti e di bile, funziona male, si ha la malattia da reflusso gastro-esofageo. Le cause possono essere l'obesità, le gravidanze ripetute, le attività che richiedono sforzi intensi, come il sollevare pesi, ma gioca un ruolo anche la predisposizione familiare.
Il ristagno gastrico di materiale alimentare in esso contenuto ed il ritardo di svuotamento possono causare reflusso.

La tosse e l’alitosi sono sintomi della MRGE?

I sintomi più frequenti sono il bruciore, che sale dalla bocca dello stomaco dietro allo sterno, spesso sino alla gola, le eruttazioni ripetute ed il rigurgito di cibo o acido in bocca. Spesso si ha solo dolore, ma anche l’alitosi e la tosse non sono rari.

Cosa si deve fare per la diagnosi di MRGE?

La gastroscopia va sempre eseguita per valutare lo stato dell’esofago e dello stomaco e l’eventuale infezione da Helicobater Pylori. E’ sempre necessaria e consente di riconoscere la presenza dell'esofagite e di un'ernia iatale, oltre che di alcune complicanze della malattia (stenosi, Esofago di Barrett, cancro).


Quali altre indagini si possono fare per la diagnosi di MRGE?

L'esame più specifico è sicuramente la pH-metria delle 24 ore, che misura la quantità di acido che in 24 ore refluisce in esofago dallo stomaco. Un’indagine più specifica è l’impedenzometria.
La manometria esofagea permette di valutare la pressione del cardias ed i movimenti dell'esofago e di apprezzare l'alterazione dello sfintere che sta alla base della malattia.

Quali complicanze della MRGE si possono avere?


Le complicanze più importanti sono il restringimento dell'esofago, legato alla cicatrice che si forma alla guarigione delle erosioni o delle ulcere dell’esofago ed il cosiddetto Esofago di Barrett, lesione precancerosa.


Si può guarire con la terapia medica?


Quasi il 100% dei pazienti guarisce con i PPI, divenendo asintomatico e ottenendo la scomparsa dell'esofagite.


Per quanto tempo si deve fare la terapia?


Poiché la terapia non agisce sulla causa della malattia (il malfunzionamento dello sfintere cardiale), la quasi totalità dei pazienti mostra una ripresa dei sintomi alla sospensione della stessa. Per tale motivo la terapia deve essere continuata per periodi molto lunghi o perfino per tutta la vita.
Le forme più lievi di malattia possono essere trattate con cicli di terapia alternati a periodi senza farmaco o con la cosiddetta terapia "on demand", ossia l’assunzione del farmaco solo quando i sintomi compaiono.


Cosa si può mangiare per ridurre i sintomi della MRGE?

Alcuni alimenti possono favorire l'insorgenza della malattia, facendo rilasciare il cardias o stimolando l’acidità dello stomaco. Cibi molto grassi (carni, fritture, formaggi, creme e dolciumi), cibi piccanti, alcol (soprattutto vino bianco e superalcolici) e bevande gassate dovrebbero essere evitati o consumati con moderazione. Anche alimenti contenenti xantine e metil-xantine, come cioccolato, menta, tè e caffè, vanno evitati.


Quali altre norme di vita si devono seguire?


Si consiglia di evitare pasti troppo abbondanti, di non distendersi subito dopo il pasto, di rialzare il capezzale del letto di alcuni centimetri e di evitare di sollevare pesi, di indossare pancere ed abiti troppo stretti in vita.


Quando è necessario l’intervento chirurgico?


L'intervento chirurgico ha lo scopo di creare una nuova valvola (fundoplicatio), avvolgendo intorno al cardias un manicotto, formato da una parte dello stomaco. La chirurgia, se ben eseguita, è efficace in alta percentuale dei casi. La guarigione potrebbe essere definitiva.
Gli svantaggi della chirurgia sono il rischio dell'intervento chirurgico e la possibilità che, se non ben eseguita, possa determinare non solo la persistenza del problema, ma addirittura la comparsa di nuovi fastidi. E’ comunque possibile, e non rara, la recidiva.


Insomma, ci si deve operare o curarsi con le medicine?
La scelta è soggettiva, da parte del medico curante e del paziente. In generale, si può dire che, se il paziente è giovane e destinato ad assumere farmaci per lungo tempo, o se la dose giornaliera di tali farmaci è molto elevata, la chirurgia può essere preferita. Giocano un ruolo preminente fattori di scelta soggettivi.

 

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