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Noduli della tiroide: come scoprirli
nodulo alla tiroide sintomi

Se facessimo una classifica delle malattie endocrine, i noduli alla tiroide sarebbero al primo posto. Perchè sono patologie molto diffuse, specialmente tra le donne. Perchè di solito sono il primo sintomo che qualcosa non va ed è anche qualcosa di molto serio. Perchè sono molto difficili da diagnosticare e spesso vengono trascurati o scoperti quando sono in fase avanzata.

 

Tanto per dare qualche valutazione, il Policlinico Gemelli di Roma ha valutato che una donna su due è colpita da questo malfunzionamento della tiroide e che nella maggior parte dei casi i noduli della tiroide hanno dei sintomi ben riconoscibili, ma nche trascurabili! I sintomi dei noduli alla tiroide possono infatti manifestarsi come stanchezza, rallentamento del metabolismo, disturbi dell’umore e della memoria e con variazioni del colesterolo con un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Le donne sono colpite dalle 8 alle10 volte più degli uomini, con il rischio di incorrere in malattie tiroidee anche più gravi, come la tiroide di Hashimoto. Ecco perchè una buona diagnosi è la migliore terapia preventiva che si possa attuare.

L'esame di laboratorio più apprezzato dai medici per diagnosticare noduli tiroidei è il dosaggio del TSH. Oltretutto le strumentazioni utilizzate per il dosaggio del TSH sono talmente sensibili nel rilevare alterzioni anche minime della secrezione tiroidea che superano anche la necessità di fare il dosaggio degli ormoni tiroidei liberi come primo approccio. Tra gli esami strumentali infine quella che va per la maggiore è l'ecografia. Proprio per superare la di individuare noduli tiroidei non palpabili si sta diffondendo l'uso della valutazione ecografica della regione cervicale o del doppler dei vasi del collo. Anche se di norma la presenza di noduli tiroidei si traduce in una prognosi più che positiva non sono fenomeni da sottovalutare. In caso di noduli maligni i carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari (misti) che rappresentano circa il 60 per cento dei tumori maligni della tiroide. Abbiamo comunque il 90 per cento di probabilità di guarigione.

La prevalenza dei noduli tiroidei aumenta con l’avanzare dell’età e si verificano soprattutto tra persone che vivono nelle aree a carenza di iodio e nei soggetti sottoposti ad irradiazione tiroidea. Ma che c'entra lo iodio con i noduli? C'entra sicuramente con la tiroide. Dallo iodio dipende la corretta funzionalità della ghiandola tiroidea, ma deve essere fornito nella giusta quantità. L’apporto giornaliero necessario è stimato in 150 ug/giorno. Tuttavia, la presenza di questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile e spesso troppo scarsa rispetto ai fabbisogni umani. La carenza di iodio, il problema che ci riguarda, secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si può tradurre durante la gravidanza in problemi molto seri, addirittura all’arresto irreversibile della maturazione dell’encefalo, gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo configurando ritardo mentale, sordomutismo e paralisi spastica. Nelle sue forme più gravi, la carenza iodica può portare a cretinismo, una condizione raramente riscontrata in Europa, ma rimangono tuttavia presenti aree con carenza iodica moderata che comporta deficit cognitivi e neuropsicologici minori. Secondo le stime attuali, un neonato su 3 mila nasce con una forma di malattia tiroidea. 

Nodulo tiroideo benigno

Iodio e bambini 

Diagnosi noduli della tiroide 

 

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