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Carcinoma tiroideo: tipologie, sintomi, diagnosi e cure

tiroide affetta da carcinoma_tiroideo.jpgNei luoghi con carenza di iodio vi è la più alta concentrazione di persone affette da noduli alla tiroide (questo perché è proprio la mancanza di iodio un fattore che provoca lo scorretto funzionamento della tiroide) e i noduli della ghiandola tiroidea possono essere sede di tumori maligni (carcinoma tiroideo).

Per fortuna la maggioranza dei noduli non sono maligni ma benigni e infatti solo lo 0.3% si rivelano essere sede di un tumore maligno.
Purtroppo la causa principale che provoca il carcinoma tiroideo è tutt’oggi sconosciuta, ma è certo che le persone esposte a radiazioni del collo (magari a causa di cure radioterapiche) o a radiazioni nucleari, o che hanno una lesione nodulare sono maggiormente esposte al rischio di produrre un tumore maligno della tiroide.

Tipologie
Del carcinoma tiroideo esistono diverse tipologie:
1) carcinoma papillare: chiamato così perché è caratterizzato da papille più o meno ramificate. E’ il tumore maligno della tiroide più frequente (75-80% dei casi) e colpisce prevalentemente donne di età superiore ai 40 anni. Questo cancro è multifocale, cioè si sviluppa in diverse parti della tiroide, si diffonde principalmente per via linfonodale e all’inizio tende a creare metastasi solo nei linfonodi del collo per poi diffondersi in tutto il corpo. Tra le tipologie di carcinoma tiroideo quello papillare è la forma che garantisce la più alta percentuale di guarigione.
2) carcinoma follicolare: caratterizza il 15% del carcinoma tiroideo, generalmente non si diffonde in diverse parti della tiroide, ma si manifesta con un unico nodulo che attacca uno specifico punto e si diffonde principalmente per via ematica generando metastasi principalmente alle ossa e ai polmoni.
3) carcinoma midollare: si origina nelle cellule parafollicolari o cellule C (che sono distribuite nella ghiandola tiroidea) e rappresenta il 5% dei tumori maligni alla tiroide. Questo cancro della tiroide può essere multicentrico ( cioè avere sede in diverse parti della tiroide) o monolaterale ( cioè aver attaccato solo un lato della tiroide) ed è caratterizzato da cellule con alta percentuale di calcitonina (ormone prodotto dalle cellule parafollicolari). Il carcinoma midollare si diffonde sia per via ematica che linfatica generando metastasi alle ossa, ai polmoni e al fegato.
4) Carcinoma anaplastico: tumore maligno della tiroide molto raro che colpisce solo uno o due individui l’anno ed è molto aggressivo, infatti l’aspettativa di vita delle persone colpite da questo carcinoma tiroideo è solo di un anno. Le cellule maligne che compongono questo tumore maligno tiroideo non hanno una tipica caratteristica che le contraddistingue dagli altri tumori maligni della tiroide, infatti possono essere sia molto piccole sia molto grandi e possono attaccare una parte specifica della tiroide o invadere tutta la tiroide.

Sintomi
Purtroppo allo stadio iniziale il carcinoma tiroideo è quasi sempre asintomatico e inizia a generare sintomatologie solo in stadio avanzato provocando difficoltà: a respirare, a deglutire e a parlare. Inoltre il carcinoma midollare quando si è diffuso si può manifestare con crisi vasomotorie, diarrea, sindrome di Cushing da secrezione ectopica di ACTH (patologia nella quale le ghiandole surrenali producono eccessivi livelli di cortisolo).

Esami
Quando si è di fronte alla presenza di un nodulo nella tiroideo il primo passo da compiere è quello di capire se ci si trova davanti ad un nodulo senza significato tumorale oppure ad un adenoma tiroideo (tumore benigno) o ad un carcinoma tiroideo (tumore maligno); per verificare ciò si esegue:
1)    Ecografia tiroidea: questa analisi permette di vedere anche i noduli più piccoli e alle volte, in base alle caratteristiche, ad esempio: peculiarità dei margini del nodulo e disomogeneità, vascolarizzazione, orletto di sicurezza, che questi presentano si può capire se nel nodulo o nei noduli è possibile che siano presenti cellule cancerogene. Purtroppo l’ecografia tiroidea può unicamente far sorgere il dubbio e per essere accertata la presenza di un carcinoma tiroideo è indispensabile ricorrere all’agoaspirato o alla scintigrafia.
2)     Agoaspirato tiroideo: è un’analisi poco invasiva che viene realizzata ambulatorialmente. Tramite un ago sottile vengono prelevate alcune cellule del nodulo e poi analizzate. E’ la principale tecnica utilizzata nella diagnosi del carcinoma tiroideo, tranne che nel carcinoma follicolare, perché le cellule cancerogene di questo tumore non hanno sembianze caratteristiche e possono assomigliare alle cellule degli adenomi follicolari (tumore benigno). In questo caso l’unica analisi utilizzabile è l’istologia in sede d’intervento.
3)    Scintigrafia tiroidea: ormai questa tecnica viene poco utilizzata perché permette solo di vedere se un nodulo è freddo o caldo. Se le cellule del nodulo appaiono calde la loro natura è benigna, ma se invece sono fredde potrebbero essere maligne, ma anche non essere affatto un tumore.


Cura
Generalmente la terapia più indicata per curare un paziente affetto da carcinoma tiroideo è l’intervento chirurgico di asportazione totale della tiroide (Tiroidectomia totale).
Successivamente all’operazione al paziente viene prescritta una terapia radiometabolica o la somministrazione di iodio radioattivo per distruggere le eventuali metastasi o residui tiroidei.
Si instaura quindi una terapia soppressiva con L.Tiroxina con lo scopo di mantenere vicino allo zero la produzione del TSH ipofisario che funziona da stimolo proliferativo delle eventuali cellule residue.
Alcuni chirurghi in presenza di un carcinoma follicolare o midollare in cui le cellule tumorali hanno attaccato solo un lato o una specifica parte della tiroide, scelgono di non effettuare una tiredectomia totale, ma una lobectomia o una istmectomia (operazioni con cui non si asporta completamente la tiroide).

Post-cura
I pazienti affetti da carcinoma tiroideo che hanno seguito la cura devono sottoporsi a delle visite e delle analisi di controllo per verificare che il tumore non si sia ripresentato sia dopo 3 mesi dalla cura e di nuovo dopo 6 o 12 mesi (a seconda dell’indicazione dell’endocrinologo). Un esame molto importante è il dosaggio nel sangue della Tireoglobulina che deve rimanere < 3mcg. Se l’indice sale bisogna dosare anche gli anticorpi.

Prevenzione
Un sicuro metodo da seguire per essere certi di non sviluppare un carcinoma tiroideo non esiste, perché non è stata ancora scoperta la causa di questo tumore maligno. Tuttavia sapendo che la maggioranza dei casi di questo cancro si presenta nei luoghi con carenza di iodio, e si abita in uno dei questi territori, una strada percorribile è quella di aumentare il livello di iodio presente nella propria alimentazione ad esempio adoperando il sale iodato al posto di quello normale.



 

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