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L'ora giusta per un infarto

fattori di rischioE' possibile che un infarto o un ictus prediligano un'orario della giornata in particolare? E che per questo risultino più dannose del previsto se si realizzano in una certa fascia oraria? E' questa la certezza dei ritmi circandiani che mettono in relazione l'attività dell'organismo con le diverse fasi biologiche.

 

 

 

E' possibile che le malattie abbiano più possibilità di manifestarsi in particolari momenti della giornata piuttosto che in altri? E' il concetto dei ritmi circandiani che suggeriscono la relazione tra il nostro orologio biologico e le reazioni biochimiche, ormonali e neurologiche che governano il funzionamento o i difetti del nostro organismo.

Ma anche la ricerca comincia ad interessarsi di scoprire la vera relazione esistente tra bioritmi e manifestazioni. Prendiamo ad esempio le malattie cardiovascolari. Una ricerca portata avanti dal Centro Nazionale di Ricerche cardiovascolari di madrid avrebbe infatti dimostrato qual è l'ora "migliore" per subire un infarto davvero dannoso. Sarebbero le prime ore del mattino, in particolare trs le sei e mezzogiorno, a rendere un infarto più dannoso per il miocardio del ben il 20 per cento rispetto allo stesso avvenimento nelle ore pomeridiane o serali. Ma perchè questa si realizza questa relazione scomoda? Il principio avviene di notte, quando l'apparato cardiovascolare può subire alcune importanti variazioni. Come ad esempio una maggior tendenza all'aggregazione di piastrine e alla coaugulazione del sangue, modificazioni ormonali che influenzano negativamente la circolazione sanguigna.

Stessa spiegazione troverebbe la manifestazione dell'ictus. Secondo uno studio pubblicato su Neurology, relizzato dall'Università di Cincinnati, il 14 per cento degli ictus infatti si verificherebbe proprio durante la notte a causa degli scompensi ormonali e circolatori aggravati dalla fase di sonno. Ecco perchè in molti casi i tipici segnali di un ictus sopraggiunto nella notte, si riscontrano proprio al momento del risveglio. Ed ecco perchè ben poco si può fare a riguardo per trattare l'ictus, quando ormai i sintomi si sono conclamati da tempo. Ad essere indagate nella ricerca delle cause dell'ictus notturno sarebbe la "tempesta vegetativa" a cui siamo sottoposti durante le fasi Rem del sonno. Il sistema vegetativo regola infatti la funzione cardiovascolare, digestiva e ormonale a seconda dei bisogni dell'organismo. Il battito cardiaco accelerato, fluttuazioni nella pressione arteriosa, fenomeni che potrebbero facilitare il distacco di emboli da placche carotidee o dalle valvole del cuore completano un quadro di rischio che aumenterebbe la probabilità di attacchi di cuore o ictus.

 

 

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