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Alterazioni dell’attività dell’insula, la zona del cervello che presiede al senso del gusto, causerebbero un’errata percezione del senso di fame
 



Bulimia ed anoressia sono due disturbi psichiatrici che si manifestano con differenti comportamenti alimentari scorretti ma sono accomunati dal fattore di insorgenza, una percezione distorta del proprio corpo, e dalla gravità delle possibili complicazioni.
Secondo un nuovo studio, il fattore scatenante di anoressia e bulimia potrebbe essere un’alterazione dell’attività svolta da determinati circuiti neurali.
Come hanno spiegato i ricercatori, esiste una stretta relazione tra i disturbi e l’attività dell’insula, la zona del cervello che presiede al senso del gusto e alla trasmissione dei segnali di appagamento e ricompensa che inducono un senso di sazietà o di fame.
Gli studiosi sono giunti a questa conclusione prendendo in esame due gruppi di donne: il primo composto da 28 donne che hanno sconfitto bulimia o anoressia; il secondo composto da donne che non ne erano mai state affette dall’uno o l’altro disturbo.
Tutte le pazienti sono state sottoposte, dopo aver assunto saccarosio, a risonanza magnetica funzionale per testare questa specifica area cerebrale.
Al termine dello studio è stata riscontrata nelle donne ex- anoressiche una diminuzione dell’attività dell’insula e una sua intensificazione nelle ex-bulimiche.
Questo risultato ha portato i ricercatori ad ipotizzare che “l’assunzione ristretta di cibo accada nell’anoressia perché il cervello non riesce a riconoscere in modo accurato il senso di fame”, mentre “l’eccesso di cibo accadrebbe nella bulimia per via di una percezione esagerata del senso di fame.”
In ogni caso, lo studio potrebbe avere notevole importanza per l’individuazione di nuove zone bersaglio di trattamenti mirati alla cura dei disturbi.

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